mercoledì 25 giugno 2008

Governo contro nuova legge diritti tv. Un'altra legge ad personam?

Tra lo stop ai processi e il nuovo lodo Schifani, il Berlusca e il suo entourage si sono ritagliati un po' di tempo per 'sistemare' la questione dei diritti tv nel calcio. Del resto, il Cavaliere l'aveva detto (guarda post con le dichiarazioni del premier): a lui la legge Melandri-Gentiloni (guarda post) non piace proprio (a differenza del presidente dell'Uefa, Platinì, guarda post). Ora, dopo le parole del sottosegretario allo sport Rocco Crimi, è arrivata l'ora della resa dei conti. "Bisognerebbe aprire un esame dei diritti soggettivi del calcio- ha detto Crimi, secondo quanto riportato da Fulvio Bianchi de La Repubblica- e degli altri sport professionistici, valutando l'apertura al libero mercato, sotto la stretta vigilanza delle authority e fatta salva la tutela dei club più deboli". "Nella passata legislatura - ha spiega il sottosegretario allo sport - è stata approvata una legge per la quale dal 30 giugno 2010 i diritti saranno divisi per il 40% in parti uguali, per il 30%in base alla storia dei club e per il 30 in base ai risultati ottenuti. I grandi club hanno però fatto ricorso alla Corte europea e quindi bisognerebbe aprire un esame dei diritti soggettivi del calcio e degli altri sport professionistici...". Con questa ripartizione la perdita secca dei grandi club sarebbe di circa 15 mln di euro: e a Berlusconi perdere non piace mai, neanche quando si tratta di quattro soldi (per le sue tasche, ovviamente). Fulvio Bianchi ha comunque notato nelle parole di Crimi alcune inesattezze. "Crimi non è bene informato- ha scritto il giornalista sul suo blog Spycalcio-: a rivolgersi a Bruxelles, non sono stati i grandi club ma Sky. Che ha contestato non tanto il ritorno alla contrattazione collettiva ma alcuni aspetti della legge. I club (esattamente Zamparini e Cellino) erano intenzionati a fare ricorso, ma non ancora presentati, alla Corte Costituzionale".

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