venerdì 16 aprile 2010

Calciopoli, l'accusa è tranquilla: Moggi ha ammesso di avere le sim estere


di Adriano Stabile (Spysport)

Se l'intento era quello di sparigliare le carte il tentativo non è riuscito. Ne sono convinti gli inquirenti per i quali, dopo la movimentata udienza di martedì scorso al processo Calciopoli, l'impianto accusatorio resta ben saldo. Anzi, a dar conto delle indiscrezioni che trapelano negli ambienti della procura, l'accusa ritiene di aver incassato proprio da quell'udienza persino un paio di punti a favore.

In primo luogo, le intercettazioni «inedite», trascritte dai consulenti di Luciano Moggi e che la sua difesa ha chiesto di acquisire agli atti, secondo i magistrati, non introducono nel processo elementi tali da attenuare il coinvolgimento dell'ex dg della Juventus. Né le conversazioni in cui compaiono altri dirigenti e esponenti del mondo del calcio (Facchetti, Moratti, Galliani, Cellino, Spalletti, ecc) aprirebbero scenari nuovi, in quanto vi sarebbe la conferma della tesi del «così fan tutti», ovvero che i contatti con il mondo arbitrale da parte dei vertici delle società fossero un fenomeno generalizzato e non un'esclusiva di Moggi.

Il punto, ha più volte sottolineato la procura, non è questo. Non sono assimilabili i comportamenti che emergono dalle telefonate con le iniziative tendenti ad alterare i risultati dei campionati: un conto è conversare al telefono un altro stipulare accordi illeciti (che è la principale accusa contestata nei capi di imputazione). Le 75 intercettazioni indicate dalla difesa di Moggi - e che saranno acquisite certamente alla prossima udienza del 20 aprile - dunque non «spostano alcunchè», così spiegò a caldo il pm Giuseppe Narducci. E il successivo accurato esame delle telefonate svolto dai pm avrebbe rafforzato nei magistrati il convincimento che si tratta di telefonate irrilevanti sia sotto il profilo penale sia sotto l'aspetto investigativo e dunque un'arma spuntata nelle mani della difesa. E anche sulla telefonata definita dalla difesa di Moggi come "la madre di tutte le intercettazioni" i magistrati ritengono di aver acquisito un dato certo: non è l'allora dirigente dell'Inter Giacinto Facchetti, alla vigilia dell'incontro con la Juventus, a fare il nome di Collina durante la conversazione con il designatore Paolo Bergamo. Dunque non sarebbe l'ex nazionale, scomparso nel 2006, a suggerire a Bergamo di inserire il nome dell'arbitro nella griglia («metti dentro Collina», era la frase attribuita a Facchetti dai consulenti di Moggi).

Ma c'è un fatto nuovo - rilevano gli inquirenti - emerso dall'udienza di martedì la cui importanza probabilmente non è stato compresa a pieno per il clamore mediatico riservato alle intercettazioni: per la prima volta Moggi avrebbe ammesso, sia pure in modo implicito, il possesso di schede sim estere per conversazioni riservate. Ciò sarebbe venuto alla luce dalle stesse domande della difesa dell'ex dg bianconero quando, nel corso del controesame del colonnello dei carabinieri Attilio Auricchio, è stato sottolineato che Moggi adoperava cautele, ma allo scopo di parlare in maniera riservata di operazioni di calciomercato. Per tale motivo in seguito il pm aveva chiesto all'investigatore se, oltre che designatori e arbitri, anche operatori di mercato risultassero aver utilizzato le schede sim individuate nel corso delle indagini. L'ufficiale aveva risposto negativamente. Per i magistrati della procura la circostanza rappresenta un dato di assoluto rilievo, in quanto mai Moggi ha fatto ammissioni in relazione alla questione delle sim estere.

I pm Giuseppe Narducci e Stefano Capuano sono intanto al lavoro in preparazione della prossima udienza. Non si escludono, secondo le voci raccolte, nuove iniziative da parte degli inquirenti. Questa volta il "coup de theatre" potrebbe riservarlo l'accusa.

giovedì 15 aprile 2010

Azionariato popolare, ovvero come salvare il football dall'autodistruzione

La trasmissione tivù di Rai Tre, Report, ha realizzato un servizio sull'azionariato popolare. Dai successi ottenuti in Inghilterra fino alle speranze di molti tifosi italiani. Vedi il video andato in onda domenica sera scorsa. A seguire un articolo sul Liverpool in vendita.


Liverpool in rosso, il club è in vendita (La Repubblica)
I due proprietari statunitensi Tom Hicks e George Gillett hanno deciso di mettere sul mercato la società. I Reds hanno debiti superiori ai 270 milioni di sterline. Ora si rischia la fuga dei campioni

LONDRA - E' ufficiale: il Liverpool è in vendita. Gli oltre 273 milioni di sterline di debiti hanno spinto i due proprietari statunitensi Tom Hicks e George Gillett a mettere sul mercato la società. Sarà Martin Broughton, attuale boss di British Airways, il nuovo presidente del club e l'unico incaricato di individuare potenziali acquirenti.
BROUGHTON NUOVO PRESIDENTE - Il club di Anfield Road evidenzia che dal 2007 le entrate sono aumentate del 55%, quelle commerciali dell'83% e i profitti operativi del 60%. Il Liverpool, inoltre, non abbandonerà il progetto per la realizzazione di un nuovo stadio. "Possedere il Liverpool negli ultimi 3 anni è stata un'esperienza gratificate ed emozionante per noi e per le nostre famiglie - dicono Hicks e Gillett in una nota congiunta -. Dopo aver portato il club a questo livello abbiamo deciso di venderlo a proprietari che si impegneranno per condurlo alla successiva fase di crescita e sviluppo. Siamo felici che Martin Broughton abbia accettato di assumere l'incarico di presidente: la sua reputazione come uomo d'affari è eccellente e poi è anche un vero tifoso e per questo motivo supervisionerà il processo di vendita nell'interesse di tutti".
RISCHIO FUGA - In vista dell'estate il compito del presidente diventa sempre più difficile. Se non si trovano acquirenti entro la fine del campionato diventerà sempre più difficile trattenere a Liverpool campioni come Fernando Torres e Steven Gerrard. Il primo è alla porta in attesa delle sirene del Real Madrid, il secondo è un vecchio pallino di José Mourinho e dell'Inter. Senza contare il discorso panchina con Rafa Benitez già con le valigie in mano nonostante un contratto che lo vincola ai Reds fino al 2014. Il nome dell'allenatore è stato accostato alla Juventus, che attenderebbe una risposta definitiva in tempi brevi. Il tecnico spagnolo ha chiesto alla dirigenza del Liverpool la disponibilità ad investire ingenti somme nel prossimo mercato. Al momento, però, dalle parti di Anfield Road non si può scommettere su una campagna acquisti faraonica.

mercoledì 14 aprile 2010

Calciopoli: dai prosciutti ai Rolex

di Fulvio Bianchi (brano tratto da un post di SpyCalcio)
Il giallo della telefonata Facchetti-Bergamo, la radiazione di Moggi, le ultime rivelazioni: siamo tornati in piena Calciopoli. Che non fosse finita lì, c'erano pochi dubbi. Molte cose adesso però andranno chiarite: il ruolo dell'Inter, l'indagine della Figc, le Sim svizzere (utilizzate da chi?), la polizza assicurativa della Juventus passata dalle parti dell'agenzia di Paolo Bergamo, eccetera. Partiamo dalla Figc: Giancarlo Abete ha chiesto un parere per sapere chi deve decidere in merito alla radiazione di Luciano Moggi. In questi quattro anni non è stato deciso nulla, e chissà perchè. E adesso, onestamente, come si può pensare di avviare una procedura per radiare l'ex dg della Juventus? Proprio adesso che stanno uscendo cose nuove. C'è chi teme che possa tornare? Ha scontato (quasi) cinque anni, che non sono pochi: a giugno 2011 sarà un uomo "libero", almeno sportivamente parlando. E' giusto che abbia l'ergastolo? Credo che abbia già pagato abbastanza, e se torna a lavorare nel mondo del pallone, beh, forse di mercato è più bravo di tanti che ci sono in giro. O no? L'indagine, adesso: ci vorranno tempi lunghi, mesi e mesi, ma la Figc si muoverà per forza. In discussione lo scudetto 2006 assegnato, da Guido Rossi, all'Inter. Un errore. Franco Carraro lo aveva già detto lo scorso anno, a luglio. In tempi non sospetti. Ora se ne stanno accorgendo quasi tutti, saggi inclusi. Complimenti. Le intercettazioni: quelle nuove sono 75. Non è nuova quella di Meani che scherza (o fa sul serio, chissà) con Rodomonti e gli propone di fare il trapianto di capelli in Svizzera, dove è stato anche il presidente (Berlusconi). E' vecchia quella di Meani con Collina (pagina 227 del "libro nero" dell'Espresso) ma c'è qualcuno che ha tentato di spacciarla per inedita. Sono nuove invece quelle dell'Inter: 43 saranno consegnate martedì al processo, e acquisite. Di queste 40 riguardano Facchetti. Bergamo interviene ai microfoni di Raisport sul giallo della trascrizione, "fu Facchetti e non io a fare il nome di Collina" e del regalo che lo aspettava in sede, all'Inter. "Non ricordo". Pare che il regalo avesse un valore intorno ai 5000 euro. Il Rolex, acciaio-oro, della Roma valeva 25 milioni di lire: fu restituito da Bergamo e Pairetto. Bergamo spiega l'abitudine dei club di "omaggiare" i designatori, e gli arbitri, durante le feste. Con cosa? "Vini pregiati, champagne, pc, borse da viaggio e il famoso Rolex della Roma, restituito dopo una settimana". Altri tempi. Altri regali. Ma dopo anni se ne parla ancora: Calciopoli non finisce mai.

Leggi il riassunto delle 74 telefonate presentate dalla difesa di Moggi su gazzetta.it.

mercoledì 7 aprile 2010

Torna l'ombra di Calciopoli

(Questo brano è tratto da un articolo di Carlo Genta apparso sul Sole24Ore lunedì 5 aprile, e intitolato "Torna l'ombra di Calciopoli nel mese decisivo per lo scudetto e la Champions")

di Carlo Genta (Il Sole24Ore)
L'uomo del sabato di Pasqua è un'ombra. Parte da Milano, spinto via da Massimo Moratti con violenza, sotto un cielo grigio come il ferro («È una vergogna. Si sta tentando un ribaltamento della realtà che offende e che non ci lascia indifferenti. Capisco che ci si debba difendere ma si tratta di una vicenda brutta e vergognosa»). Passa nel sole di Cagliari, ma Galliani si gira dall'altra parte («Dopo l'estate del 2006 che mi diede molte sofferenze, feci il giuramento di non parlare più delle vicende di quattro anni fa. Quindi, non voglio commentare una pagina particolarissima del calcio italiano. Taccio e non si sbaglia mai»). Fa un salto a Bari, ma solo per cortesia. Tanto per ricordare alla Roma che ci sarà anche lui nella corsa scudetto e magari una mano ai giallorossi la darà. Vola a Nyon, Svizzera, sede dell'Uefa, facendo visita a Gerhard Aigner, ex segretario generale dell'Uefa e capo della commissione dei 'saggi' che con un parere giuridico diede il via libera alla riassegnazione di un maledetto scudetto («Le intercettazioni ulteriori di calciopoli? È evidente che Moratti e altri si difendevano dallo strapotere in Lega di Milan e Juventus: comunque fu Guido Rossi e non io a dare lo scudetto 2006 all'Inter»). Quando cala la sera si appollaia, infine, sulla tribuna del Friuli di Udine, tanto per ricordare alla Signora che gli voltò le spalle, pagando i debiti, che ci vorrà ancora del tempo per incollare i cocci. Ma soprattutto che c'era un tempo in cui non si sbagliavano i giocatori ed erano gli altri a rincorrere, gonfi d'invidia. Insomma, si gioca per lo scudetto come mai era davvero successo negli ultimi anni, ma la testa è altrove. A vecchie telefonate che fanno impazzire di rabbia gli juventini e che irritano da morire gli interisti. Sono vecchie, ma nuove perché non le avevamo mai sentite, mai lette. Nessuno ha più voglia di parlarne. Ma bisogna fare i conti con la rabbia, appunto. In questo paese che vive con il collo girato all'indietro e che ha il dannato vizio di continuare a toccarsi vecchie ferite per sentire se fanno ancora male, è qualcosa che non si può ignorare. Purtroppo. Quindi conviene rassegnarsi, documentarsi, aspettare e preparare l'elmetto. Aprile sarà il mese dello scudetto e delle partite più belle di Champions League. Ma anche quello di una battaglia campale in un'aula di giustizia di Napoli. Evidentemente chi ha stilato il calendario delle udienze non ha telefonato a chi a scritto quello del calcio. E forse è meglio così. Chiaro che ognuno farà il suo lavoro. Gli avvocati di Moggi stanno giocando duro e sporco, alzando fango il più possibile perché sanno che solo così, sporcando tutti gli altri, potranno uscirne puliti. Il più possibile. Non importa poi molto di quale qualità sia quel fango: tutti sanno che qui i processi non si celebrano tanto nei tribunali, quanto nell'aula dell'opinione pubblica. Per questa ragione, affondando gli occhi nella spazzatura dei dialoghi virgolettati, di conversazioni irrilevanti e ininfluenti, che però non sarebbero dovute esistere, vien da chiedersi in modo davvero ingenuo: perché non le abbiamo lette quattro anni fa? Hanno già risposto, almeno in parte: non hanno fatto parte dell'inchiesta in quanto penalmente non rilevanti. Va bene, ma in quei dossier buttati in pasto alla stampa nel 2006 di intercettazioni non penalmente rilevanti ce n'erano una montagna. E le abbiamo lette tutte. Al momento stiamo leggendo cose anche un po' comiche e patetiche, come Paolo Bergamo che dice a Galliani: «Dottore, mi faccia sentire un po' il suo calore in questo momento. Sono solo, non solo, meno che solo…». E quell'altro: «Ma no, no, ci sono io…». Non sapendo bene se ridere o piangere, ci buttiamo su un paio di considerazioni prima di aggiornare la seduta sull'argomento. Una è per gli juventini. Provino, se ce la fanno, a non cadere nella trappola del "facevano tutti così, dunque era tutto valido". No, non è così. C'è chi faceva cose per le quali è già stata scritta una sentenza di condanna a 3 anni per associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva (a Giraudo, con rito abbreviato, il 14 dicembre). Auguriamo loro, di cuore, di riuscire un giorno a chiudere questa porta sul passato perché se no sarà molto difficile riuscire a vedere e ad appassionarsi al futuro. Senza dimenticare mai, invece, che poi, alla fine, quelli che l'hanno pagata con la vergogna sono stati loro: si son presi dei ladri nei bar e negli uffici di tutta Italia per furti altrui e in fondo ai loro danni. Il colmo. L'altra è per gli interisti. Ci teniamo la convinzione che quello scudetto "ritirato in segreteria" (l'ha detto Mourinho alla sua squadra, in un giorno di pioggia a Bergamo, tra un tempo e l'altro di Atalanta-Inter…) sia stato più una disgrazia che una benedizione. Sarebbe stato molto meglio per tutti cancellarlo dall'albo d'oro con un pennarello nero. E poi ci pare in questo momento particolarmente fuori luogo, inelegante, tutta quella retorica successiva sugli "scudetti degli onesti", con tanto di vestito bianco. Detto tutto questo, si fa un po' fatica a dar torto allo stesso Josè Mourinho quando dice che il calcio italiano non gli piace. Chi non è permaloso può ammettere che potendo scegliere…

lunedì 5 aprile 2010

Aspettando i mondiali in Sud Africa... buona Pasqua!



(Questo il testo della canzone ufficiale dei Mondiali)
k'naan - waving flag

When i get older i will be
stronger they call me freedom just
like a wavin flag

when i get older i will be
stronger they call me freedom just
like a wavin flag
and then it goes back (3x)

born to a throne
stronger than Rome
but violent prone
poor people zone
but its my home
all i have known
where i got grown
streets where we would roam

out of the darkness
i came the farthest
among the hardest survive
learn form these streets
it can be bleek
accept no defeet
surrender and retreat

fighting to eat

when we will be free
so we patiently wait
for that faithful day
its not that far away
for now we say

when i get older i will be
stronger they call me freedom just
like a waving flag
and then it goes back (3x)

so many wars (sadent) in scores
bring us promises leaving us wars
i heard them say love is the way
love is the answer thats what they say

but look how they treat us
make us believers make we
fight there battes then they deceive us
try to control us they cant caknown us

cause we just move forward
just like buffalo soldiers *so we strugglin*
fighting to eat *so we wonderingg
when we will be free
so we patiently wait
for that faithfully day
its not that far away

for now we say
when i get older i will be
stronger they call me freedom just
like a waving flag
and then it goes back (3x)

and then it go when i get older i will be
stronger they call me freedom just
like a wavin flag
and then it goes back (3x)
ahhhooo ahhhoooo ahhhooo

and than everybody will be singing it
and you and i will be singing it
and we all will be singing it
wo wah wo ah wo ah

when i get older i will be
stronger they call me freedom just
like a wavin flag
and then it goes back (3x)

and then it go when i get older i will be
stronger they call me freedom just
like a wavin flag
and then it goes back (3x)
a oh a oh a oh

when i get older
say when i get older
when i get older

just like a wavin flag (3x)
flag flag
just like a wavin flag

venerdì 2 aprile 2010

Alla Roma lo scudetto girovago del 2006?

Non resta che la Roma. Oltre c'è la riapertura dei manicomi. Dopo le nuove intercettazioni saltate fuori a distanza di quattro anni dal più grande scandalo del calcio denominato Calciopoli, lo scudetto 2006 potrebbe clamorosamente tornare in ballo. E venire assegnato una seconda volta. Cosa mai successa nella storia pallonara italiana e, credo, internazionale. Ma non ci sarebbe da stupirsi: è noto che il nostro è il Paese con i record più bizzarri tra le Nazioni del cosiddetto Primo Mondo. Insomma: dopo il digitale terrestre e un presidente del consiglio che controlla la maggior parte dell'informazione, ora potremmo diventare il primo stato che assegna per due volte uno stesso scudetto. Quello del 2005/2006, ritirato prima alla Juventus in favore dell'Inter e che ora da via Durini potrebbe finire chissà dove.
Ed è proprio il "dove finirebbe?" la domanda che ci siamo posti a Laleggendadelcalcio. Ovviamente, solo qualora le indiscrezioni intorno a Moratti e alla sua Inter venissero confermate.
Se Alex Del Piero non ha alcun dubbio e lo riassegnerebbe alla sua Juventus (magari con tanto di riabilitazione per Moggi e Giraudo che con Bettega e Lippi andrebbero a ricomporre la Vecchia Società di Magnaccia) e se per Cristian Vieri invece (anche lui in gioco perché pare che la Telecom abbia spiato su commissione la sua vita privata) lo scudetto può andare a chiunque ad esclusione della sua Inter, beh, per noi de Laleggendadelcalcio lo scudetto 2006 potrebbe benissimo finire a Roma, anzi alla Roma. E' una proposta che sa di provocazione, certo, ma in fondo ha le sue buone ragioni. Già, perché a Juve, Milan e Fiorentina, penalizzate dalla Figc, non lo si può proprio assegnare. Dunque non resta che la Roma quinta in classifica nel 2006, del fu Franco Sensi. E poi chissà. Se pure la Roma venisse coinvolta, a quel punto il tricolore potrebbe finire al Chievo (sesta), squadra al di sopra di ogni sospetto, almeno finora. L'unica cosa certa è che questo calcio è un barnum, una giostra su cui invece di salire sarebbe meglio scendere.

Poscritto. Aggiornamento del 2 aprile.
Dopo il clamore suscitato dai legali i Moggi e dalle parole di Del Piero, i giudici di Napoli hanno voluto chiarire alcuni aspetti. Di seguito l'Ansa sul caso.
(ANSA) - NAPOLI, 2 APR - Il significato attribuito alle intercettazioni nel corso dell'indagine di Calciopoli, rappresenta "disinformazione allo stato puro". Cosi' fonti degli inquirenti che hanno condotto l'inchiesta napoletana sugli illeciti nel mondo del calcio commentano le notizie diffuse oggi. "Il reato - spiegano le fonti - non e' parlare al telefono, ma e' reato quando si stipulano accordi illeciti. Le vittime non possono essere trasformate in autori del reato". (Insomma, 'sto scudetto alla Roma non glielo vogliono proprio dare!!!)

Poscritto Due. Aggiornamento del 14 aprile.
Secondo l'Ansa, voci da via Durini fanno sapere che l'Inter non ha alcuna intenzione di restituire lo scudetto 2005-06 assegnatole a tavolino dopo le sentenze sportive di Calciopoli.
Intanto, Gianni Rivera polemizza con tutti coloro che difendono Giacinto Facchetti, ex presidente dell'Inter scomparso nel 2006, sulla questione intercettazioni. "Facchetti? Anche quando parlano di Nerone, dicono cose su cui non può più difendersi. Si parla di intercettazioni in cui Giacinto è coinvolto ma non so in che modo - dice Rivera a margine della presentazione del libro 'Molto piu' di un gioco' che si è tenuta oggi nella sede della Figc a via Allegri -. Se ci sono queste intercettazioni mi stupisco che siano uscite solo ora. Non si capisce per quale motivo Moggi non le abbia portate prima per difendersi, ma l'Italia è un paese strano". A chi invece domanda se sia prospettabile l'ipotesi di una revoca dello scudetto 2006 tolto alla Juventus e assegnato all'Inter, Rivera risponde: "Sarà la Figc a decidere dopo aver acquisito gli atti della Procura di Napoli. Meglio non assegnarlo? All'epoca c'era un commissario (Guido Rossi, ndr) che aveva poteri per farlo". (Fonte: Ansa)