lunedì 30 giugno 2008

Euro 2012/Crimi: "Italia pronta a organizzare evento anche da sola"

L'Italia sarebbe pronta a ospitare i prossimi europei di calcio anche da sola. Ovviamente, nel malaugurato caso che Polonia e Ucraina non dovessero farcela. A dirlo, il sottosegretario con delega alla Sport, Rocco Crimi, ai microfoni di Gr Parlamento. "Come ha già detto il ministro per le infrastrutture Altero Matteoli- ha detto Crimi- l'Italia non avrebbe nessun tipo di problema ad organizzare gli Europei. Fermo restando che la speranza è che le nazioni designate possano riuscire ad organizzare l'evento, bisogna dire che l'Italia sarebbe pronta sia per una organizzazione in solitario, sia per una in coppia con la Francia. Nel secondo caso basterebbe mettere a norma uno stadio, perché tre, Milano, Roma e Torino sono già a norma. Vediamo quello che succederà nei prossimi mesi".

venerdì 27 giugno 2008

Donadoni elogiato da "La Stampa"

Questa mattina il quotidiano torinese La Stampa ha voluto rendere omaggio all'ex ct Roberto Donadoni con un articolo firmato da Massimo Gramellini e intitolato Elogio di Donadoni.
"Sono contento di essere un connazionale di Roberto Donadoni- ha scritto Gramellini- L'uscita di scena è il momento più difficile, sul palco come nella vita. E questo bergamasco dalla faccia triste, cioè seria, che nel Paese delle macchiette non ha mai fornito materiale a una caricatura, ha saputo lasciare la panchina azzurra con dignità: senza un lamento e senza nemmeno passare alla cassa per la liquidazione". "La sua nazionale- ha spiegato il giornalista de La Stampa- non ci ha mai divertito. Ma, se è per questo, neanche quella che vinse l'ultimo campionato del mondo". Poi, la laconica conclusione. "Donadoni ha indossato la sconfitta con lo stesso decoro con cui si veste, parla e cammina(...). In tempi di crisi fa bene al cuore riscoprire che, accanto al modello di italiano cialtrone e furbastro che ingombra da un secolo le cronache dei giornali e che avrà per sempre il volto del grande Alberto Sordi, esiste un Altro Italiano che non urla, non millanta, non fa la scena. E anche per questo esce di scena: con uno stile che non lo avvantaggerà nella carriera ma che gli vale, per quel poco che conta, il nostro applauso".
(Per leggere l'articolo originale e senza alcun taglio, clicca qui)

Guai per Cicinho, chiamato in tribunale per un risarcimento da 2,5 mln

Il terzino destro della Roma, Cicinho, dovrà presentarsi al tribunale di Riberao Preto il prossimo 10 luglio, pochi giorni prima delle sue imminenti nozze. Al giocatore è stato contestato il mancato rispettato degli accordi con la Footbal Business LTDA, società che lo assisteva nel periodo precedente al suo trasferimento al Real Madrid, che chiede un risarcimento di circa 2,5 mln di euro.
(Fonte: www.romanews.eu)

Porto-Benfica, derby... al Tas di Losanna

Il terzo derby della stagione lo giocheranno in Svizzera. Secondo quanto riportato dal quotidiano portoghese 'A Bola', infatti, il Benfica stamane ha presentato un ricorso d'urgenza presso il Tas di Losanna contro la riammissione del Porto in Champions League. Riammissione successiva all'esclusione per corruzione di due arbitri nel 2003-2004, quando sedeva sulla panchina del Porto il neo allenatore dell'Inter Mourinho. Ora il Benfica ha deciso di rivolgersi al Tas, forte anche dell'appoggio del presidente dell'Uefa, Platini. "Sulla riammissione del Porto io non sono affatto contento- aveva detto ieri Le Roi alla Gazzetta dello Sport- Il caso Milan, ammesso nonostante una fortissima penalizzazione da parte della giustizia sportiva italiana, ci aveva aperto gli occhi. La corruzione non è accettabile... Porto riammesso, sì, ma ho ordinato un'inchiesta. Si vedrà". Cmq, in caso di squalifica del Porto, il posto a disposizione in Champions si sposterebbe di qualche centinaio di chilometri, da Oporto a Lisbona. "La denuncia del Benfica- ha poi precisato 'A Bola'- rischia ora di far slittare il sorteggio per il terzo turno preliminare di Champions League, fissato per il primo agosto".

giovedì 26 giugno 2008

Donadoni-Lippi. "Questione di stile"

Tutto pronto per la
firma di Lippi con la
Nazionale. Manca
soltanto l'ok di Moggi.

(Gene Gnocchi, Il Rompi Pallone, "La Gazzetta dello Sport" del 26.6.2008)

Donadoni e l'ombra di Lippi, una questione di stile
"Ognuno ha il suo modo di proporsi alla gente, non sono io a dover insegnare agli altri come comportarsi". Appena lasciata la sua panchina da ct della Nazionale azzurra, Roberto Donadoni si toglie qualche sassolino dalle scarpe. Il riferimento è naturalmente a Marcello Lippi, da oggi nuovo tecnico dell'Italia. A Donadoni il comportamento tenuto dal "di nuovo" ct in questi due anni, non è proprio andato giù: il viareggino non s'è mai fatto veramente da parte, sfruttando ogni momento buono per una battuta, un commento sui 'suoi' ragazzi, i Campioni del Mondo. "Se ne parla da due anni (di Lippi, ndr)- ha detto Donadoni -. Al presidente Abete non ho chiesto se c'è stato un incontro con Lippi. Ognuno è libero di fare quel che vuole, io non discuto i comportamenti degli altri. Non voglio cadere in mancanza di eleganza".
Di nuovo Lippi, dunque. Colui che ha portato l'Italia ad alzare la coppa più prestigiosa a Berlino, certo, ma anche il tecnico che aveva lasciato per via dei molti scandali, non ultimo quella che aveva coinvolto suo figlio Davide, procuratore di calciatori e socio Gea. Adesso è di nuovo in sella e noi, che vogliamo il bene della nostra Nazionale, non possiamo che fargli i migliori auguri.

Business e solidarietà. Lucarelli imprenditore come Gattuso

Per soldi, certo, ma non solo. Mentre molti imprenditori chiudono 'bottega' e preferiscono investire i loro denari in speculazioni finanziarie, un calciatore come Cristiano Lucarelli decide di andare controcorrente: l'attaccante, intervistato da La Gazzetta dello Sport, ha rivelato la sua intenzione di comprare l'Unicoop, una società di scaricatori (i camalli) del porto di Livorno sull'orlo della bancarotta, con un investimento iniziale di 2 mln di euro. Affari dunque, ma anche un senso di solidarietà verso duecento lavoratori della sua città, che da un giorno all'altro si sarebbero trovati senza più uno stipendio, e per suo padre, che all'Unicoop ci lavora da 33 anni. "Lo faccio per mio padre e poi perché credo nella possibilità di rilancio dell'azienda- ha detto il bomber al giornalista Alessio D'Urso-. Fin da piccolo ho vissuto coi camalli, potrei essere figlio di ognuno degli operaiche lavorano al porto". Il Lucarelli-imprenditore, inoltre, sembra uno con le idee davvero chiare, uno che conosce a menadito i problemi e le difficoltà che lo attendono nella nuova avventura. "Due mln di euro subito, poi nuovi investimenti per un quinquennio. Ma il problema è un altro. Per rilanciare l'attività portuale il Comune di Livorno dovrebbe metterci nelle condizioni di usufruire di una banchina più lunga, visto che quella che c'è adesso non consente l'attracco di navi da 150 metri, le più redditizie".
La bella iniziativa, non è però la sola in Italia. Due anni fa anche Gennaro Gattuso aprì un'azienda nella sua terra. Un'impresa ittica a Schiavonea di Corigliano Calabro, paese di nascita di Ringhio, specializzata nell'allevamento di molluschi. "Si tratta di un'attività industriale- disse il centrocampista azzurro- che in maniera concreta contribuirà a dare sollievo alla disoccupazione, la quale rappresenta un grave problema locale. Ho fiducia nella Calabria e nelle sue possibilità di rilancio. In Calabria ci sono tanti aspetti positivi e tanta gente valida e onesta. La Calabria non è solo la regione che viene descritta in maniera negativa da televisione e telegiornali".

mercoledì 25 giugno 2008

Governo contro nuova legge diritti tv. Un'altra legge ad personam?

Tra lo stop ai processi e il nuovo lodo Schifani, il Berlusca e il suo entourage si sono ritagliati un po' di tempo per 'sistemare' la questione dei diritti tv nel calcio. Del resto, il Cavaliere l'aveva detto (guarda post con le dichiarazioni del premier): a lui la legge Melandri-Gentiloni (guarda post) non piace proprio (a differenza del presidente dell'Uefa, Platinì, guarda post). Ora, dopo le parole del sottosegretario allo sport Rocco Crimi, è arrivata l'ora della resa dei conti. "Bisognerebbe aprire un esame dei diritti soggettivi del calcio- ha detto Crimi, secondo quanto riportato da Fulvio Bianchi de La Repubblica- e degli altri sport professionistici, valutando l'apertura al libero mercato, sotto la stretta vigilanza delle authority e fatta salva la tutela dei club più deboli". "Nella passata legislatura - ha spiega il sottosegretario allo sport - è stata approvata una legge per la quale dal 30 giugno 2010 i diritti saranno divisi per il 40% in parti uguali, per il 30%in base alla storia dei club e per il 30 in base ai risultati ottenuti. I grandi club hanno però fatto ricorso alla Corte europea e quindi bisognerebbe aprire un esame dei diritti soggettivi del calcio e degli altri sport professionistici...". Con questa ripartizione la perdita secca dei grandi club sarebbe di circa 15 mln di euro: e a Berlusconi perdere non piace mai, neanche quando si tratta di quattro soldi (per le sue tasche, ovviamente). Fulvio Bianchi ha comunque notato nelle parole di Crimi alcune inesattezze. "Crimi non è bene informato- ha scritto il giornalista sul suo blog Spycalcio-: a rivolgersi a Bruxelles, non sono stati i grandi club ma Sky. Che ha contestato non tanto il ritorno alla contrattazione collettiva ma alcuni aspetti della legge. I club (esattamente Zamparini e Cellino) erano intenzionati a fare ricorso, ma non ancora presentati, alla Corte Costituzionale".

Cmq vada contro la Germania, la Turchia il suo europeo l'ha già vinto


Comunque vada sarà un successo. Manca poco allo storico match tra Germania e Turchia e i due paesi sono in fibrillazione: in ballo c'è l'onore (vista la folta comunità turca che vive in terra teutonica), oltre che la finalissima di Vienna. Ma anche se venisse eliminata la "Nazionale sul Bosforo", il calcio turco ha più di un motivo per sorridere lo stesso. Infatti, secondo una classifica che analizza la redditività in borsa delle squadre di calcio, ben quattro squadre turche sono tra i primi dieci club d'Europa.

Come ha scritto il giornalista Vittorio Da Rold de Il Sole24 Ore, si tratta di "una performance straordinaria che la dice lunga sulla passione popolare che il calcio (incentivato da Kemal Ataturk, fondatore della Turchia moderna) ha saputo scatenare nel Paese". In questa speciale classifica troviamo infatti al primo posto il Fenerbhace, che dall'inizio dell'anno ha avuto in Borsa un incremento record: +78,95%. Al secondo ancora una squadra turca: il Trabzonspor che ha messo a segno un notevole +69,74%. Al terzo, c'è un squadra italiana, la Roma (+47,53%), il cui titolo ha "usufruito" di una forte speculazione dopo le incontrollate voci su una imminente cessione della società da parte della famiglia Sensi a favore del magnate americano Soros. Al quarto posto si piazza la terza società turca: il Galatasaray (+38,80%) di Roberto Carlos, che quest'anno ha vinto lo scudetto. Infine in nona posizione c'è il Besiktas, che mette a segno un 7,04%.
"Per meglio comprendere l'eccezionalità delle performance- ha scritto il giornalista de Il Sole 24 Ore- dei primi tre club turchi, basta ricordare che l'indice europeo di settore è risultato pari a 7,02 per cento".

Agente Fifa: "Adebayor all'80% finirà al Milan"

"C'è l'80% di probabilità che Adebayor finisca al Milan". Lo ha detto Vincenzo Morabito, agente Fifa che si sta occupando del trasferimento dell'attaccante dell'Arsenal al club rossonero, ai microfoni di Studio Sport. "Il Milan - ha spiegato Morabito- ha già preso posizione, mentre l'Arsenal si sta muovendo sul mercato alla ricerca di un attaccante per sostituire Adebayor. Finché non si conclude questa ricerca la trattativa non decolla, ma sono abbastanza ottimista". La notizia sta facendo il giro della rete anche perché ieri, secondo alcune voci di calciomercato, sembrava che la trattativa si fosse definitivamente arenata. Cmq, per il passaggio di Adebayor in maglia rossonera si parla di una cifra superiore ai 30 milioni di euro.

Zeman: "Dopo Calciopoli poco è cambiato"

"Dopo Calciopoli è cambiato poco. Ci sono sotto processi con accuse anche abbastanza gravi ma alcuni continuano ancora a lavorare e questo non è positivo per l'immagine del calcio". Parola di Zdenek Zeman, l'uomo che tentò di moralizzare il calcio denunciandone gli abusi, ma che in cambio ricevette solo aspre critiche (storica quella di Lippi) e l'accantonamento dal calcio italiano. Il boemo, neo tecnico della Stella Rossa di Belgrado, si è poi soffermato sull'Italia vista all'Europeo e sull'ormai scontato esonero di Donadoni. "Per me l'Italia di Donadoni- ha detto da Palermo, dove è stato ospite dei Campionati Italiani Nuoto Master- è uguale sotto il profilo tecnico e tattico a quella che ha vinto i Mondiali. E' stata solo più sfortunata. Non è giusto che Donadoni paghi per tutti, ma si vede che la politica della federazione e' questa. Io penso che i giocatori italiani non siano arrivati all'Europeo al top della forma. Il calcio italiano- ha concluso- è un po' in difficoltà, come hanno dimostrato le squadre di club che hanno avuto poco peso in Europa".

Tutte occupate le panchine della serie A


Con Mario Beretta al Lecce, non resta più alcuna panchina vuota in serie A. Solo quattro le società che hanno cambiato tecnico: Cagliari, Inter, Lecce e Siena.

ATALANTA: Del Neri (confermato)
BOLOGNA: Arrigoni (confermato)
CAGLIARI: Allegri (nuovo)
CATANIA: Zenga (confermato)
CHIEVO: Iachini (confermato)
FIORENTINA: Prandelli (conf.)
GENOA: Gasperini (confermato)
INTER: Mourinho (nuovo)
JUVENTUS: Ranieri (confermato)
LAZIO: D. Rossi (confermato)
LECCE: Beretta (nuovo)
MILAN: Ancelotti (confermato)
NAPOLI: Reja (confermato)
PALERMO: Colantuono (conf.)
REGGINA: Orlandi (confermato)
ROMA: Spalletti (confermato)
SAMPDORIA: Mazzarri (confermato)
SIENA: Giampaolo (nuovo)
TORINO: De Biasi (confermato)
UDINESE: Marino (confermato)

(Fonte: L'Unione Sarda)
(Nella foto, Trapattoni, attuale ct dell'Eire, l'allenatore per antonomasia - fonte: storiedicalcio)

martedì 24 giugno 2008

Milan in Uefa su La7 mentre i suoi giornalisti scioperano

Alle 19.55 il telegiornale de La7 è andato in onda in forma ridotta, a causa dello sciopero dei giornalisti della testata per i tagli operati dalla dirigenza del network nei confronti di giornalisti a tempo determinato e collaboratori vari. Situazione paradossale se pensiamo che La7, come scrive Fulvio Bianchi su Spycalcio, "ha acquistato dall'Uefa i diritti per la prossima Coppa Uefa (circa un milione e mezzo) dove partecipa anche il Milan". Forse nelle intenzioni della dirigenza del network c'è la volontà di vendere i match dei rossoneri a Mediaset e ricavare così un po' di grana per ripianare i debiti? O forse, il Milan farà parte del nuovo palinsesto de La7, che prevede meno cultura e più intrattenimento? Si attendono sviluppi.

Calcio e camorra, assolta Giovanna Caiazzo

Calcio e camorra. Consiglio a tutti i lettori de Laleggendadelcalcio il post firmato da Marco Liguori sul suo blog, e disponibile cliccando qui. Un articolo che racconta la strana vicenda giudiziaria di alcuni balordi, tra i quali spicca la figlia del boss di camorra Antonio Caiazzo (Giovanna Caiazzo), trovata in possesso di 70 biglietti contraffatti per la tribuna nel 2001, poco prima dell'inizio della partita Inter-Roma. Tutti gli imputati sono stati assolti perché "i quattro enti indicati come parti offese (ossia Inter, Lega Calcio, Federazione e Tim) non sono soggetti di diritto pubblico ma di diritto privato", e dunque per procedere era necessaria una querela di parte. Querela mai giunta al tribunale e che, come scrive Liguori, "avrebbero potuto creare un importante precedente nella difficile lotta alla falsificazione dei biglietti delle partite e alla loro vendita".

Figc smentisce BBC su esonero Donadoni. Ma ormai è questione di ore


La Figc ha da poco smentito la BBC, che aveva annunciato sul suo sito l'esonero di Donadoni. Una notizia che la tv inglese aveva affermato di aver avuto dalla stessa Federazione italiana. Nonostante la smentita però, ormai è solo questione di tempo. Lippi è pronto e, a quanto si dice, scalpita per riprendere lì dove aveva lasciato.
(Foto:Giorgio Perottino / LaPresse Vienna)

domenica 22 giugno 2008

Quanti Davide Petrucci dovranno lasciare l'Italia prima che la Figc faccia qualcosa?

Davide Petrucci non è stato il primo, e non sarà l'ultimo. Sono sempre di più i giovani calciatori (dai 14 ai 16 anni) che decidono di partire, soprattutto alla volta dell'Inghilterra, attirati da contratti a cinque zeri. Una piaga che sta impoverendo i vivai e i club italiani, i quali, dopo averli formati e aver investito su di loro, se li vedono portare via, vanificando così il lavoro di anni. Potremmo chiamarla la "fuga dei piedi dorati". Giuseppe Rossi, passato dal Parma al Manchester United, Vincenzo Camilleri, dalla Reggina al Chelsea, Davide Petrucci, dalla Roma ancora al Manchester, sono solo alcuni esempi di giovani che hanno preferito le sterline all'euro. Ma se il fenomeno non venisse arginato, tra non molto la lista potrebbe essere lunghissima.
A questo punto una domanda viene spontanea: Che cosa sta facendo la Figc per arginare la "fuga dei piedi dorati"?
Partiamo dal 19 febbraio scorso, quando il Chelsea acquistò il cartellino del giovane difensore amaranto Camilleri suscitando le ire di Lillo Foti. In quell'occasione il presidente della Figc Abete annunciò l'invio di una lettera all'Uefa e alla Fifa per "allargare il dibattito in sede internazionale sulle compatibilità dei regolamenti calcistici e su eventuali interventi normativi per la salvaguardia dei vivai e delle scuole tecniche nazionali"(Fonte: ASCA). Abete inoltre informò che la Federazione già in passato s'era mossa per risolvere la questione avendo inserito "da anni nelle NOIF (Norme organizzative interne federali) il comma 3 bis che prevede la possibilita' per le societa' di stipulare un accordo preliminare con il calciatore 16enne, al fine di vincolarlo per un determinato periodo contrattuale''. Infine il presidente Figc annunciò che il vice presidente Demetrio Albertini era stato incaricato, con la creazione ad hoc di un'apposita Commissione, di cercare di risolvere la situazione; Commissione che già l'indomani (cioè il 20 feb.) avrebbe dovuto convocare "una nuova riunione con la partecipazione di tutte le componenti del mondo del calcio, Leghe e Associazioni di categoria"(Fonte: EUROSPORT).
Nel sito della Ficg non abbiamo trovato la "famosa lettera" di Abete, ma solo alcune sue considerazioni dopo una chiacchierata informale (o almeno così presumiamo) con Blatter e Platinì. “Oggi abbiamo fatto una riflessione- ha scritto il sito della Figc il 17.3.2008 riportando la dichiarazione del suo presidente- su questo tema dei vivai, in attesa che il vice presidente Albertini concluda i lavori dello specifico Gruppo di lavoro che abbiamo costituito tempo fa e li presenti al Consiglio federale. Del resto è un argomento molto attuale, al prossimo congresso della Fifa in Australia a fine maggio Blatter intende rilanciare il problema del cosiddetto “6+5” e il presidente della Uefa Platini si sta muovendo per spingere in sede di Unione europea in occasione del prossimo semestre di presidenza francese : la volontà è quella di intervenire con proposte di merito e concrete che rispettino la legislazione comunitaria”.
Dopo le promesse, direte voi, beh, ecco i fatti. Macché, nada de nada. Della commissione Albertini non c'è più traccia, e la lettera di Abete non ha avuto alcun seguito, come del resto il caso di Davide Petrucci sta a dimostrare. Un trasferimento che alla fine si è concluso con un compenso di 250.000 euro per indennità di formazione in favore della Roma, come prescrive la normativa sul trasferimento di calciatori minorenni (guarda lucido su: www.rdes.it/FIFA%20ROMA%202006%203.ppt). E con Petrucci che, forse obbligato da suo padre, ha deciso di andare a Manchester.

sabato 21 giugno 2008

Dopo Soros, quale futuro per la Roma?

La famiglia Sensi non ha alcun obbligo di vendere la Roma. Forse nemmeno la volontà. Dopo l'uscita di scena di Soros e le voci circa le richieste di Unicredit, la società giallorossa ha diffuso un comunicato in cui chiarisce che, nell'ottica delle intese con Unicredit (intese che prevedono la riduzione dell'indebitamento da qui al 2010), "la Italpetroli- come si legge nella nota- potrà individuare in totale autonomia quali beni dismettere ai fini del raggiungimento degli obiettivi di cui sopra". "Conseguentemente- conclude il comunicato- sarà esclusiva facoltà di quest'ultimo (cioè dei Sensi, ndr) stabilire se far rientrare o meno il pacchetto azionario di controllo in A.S. Roma S.p.A. tra i beni da utilizzare a tale scopo senza che vi sia alcuno specifico obbligo al riguardo".
Dunque, la famiglia Sensi non ha alcuna voglia di cedere il pacchetto di controllo della Roma. Cosa che del resto si sarebbe potuta anche dedurre dalle operazioni di calciomercato che Pradé ha effettuato finora per rafforzare la rosa a disposizione di Spalletti. L'acquisizione del cartellino di Riise dal Liverpool (per 5,5 mln) e il riscatto della metà di Vucinic dal Lecce (per 12 mln), infatti, sono segnali incoraggianti, che fanno comprendere quale siano le vere intenzioni di Rosella Sensi e del 'suo' gruppo.

venerdì 20 giugno 2008

La fortuna ha voltato le spalle a Luciano Moggi?

Che cosa accade quando uno come Moggi, meglio conosciuto come Lucky Luciano, incontra una dei suoi accusatori nel processo Gea come Franco Baldini? Beh, lo stile inconfondibile di Lucianone vien fuori... e non sono tutti baci e abbracci. Proprio come è successo ieri nei pressi dell'aula del Tribunale di Roma, dov'era in programma l'ennesima udienza preliminare del c.d. processo Gea. In quel corridoio, beh, lo sguardo del Nostro si dev'essere specchiato negli occhi di Baldini, prima dell'inevitabile battuta, secca, inconfondibile e tipica del suo repertorio n.1: l'insulto. "Buon giorno pezzo di merda". Ma lo stile Moggi non finisce certo qui. Ecco allora l'immancabile dito puntato (repertorio n.2: l'additamento), quella bistecca chianina che ti ritrovi sotto al naso, che già una volta era entrata in un processo (precisamente negli atti del processo sportivo a Calciopoli; il riferimento è a quanto accaduto nello spogliatoio di Paparesta, quello che Fulvio Bianchi vorrebbe ritornasse ad arbitrare, al suo assistente Di Mauro - vedi post). Poi l'ultimo atto, il n. 3, quello forse più emblematico. La minaccia. "Guarda che così finisci male".
Così, in pochi attimi, i numeri l'abc del repertorio dell'ex ferroviere di Civitavecchia è servito in modo perfetto. Un fatto che conferma, che lo stile di Lucky Luciano è sempre quello, nonostante le disgrazie e il tempo che passa. Ma le minacce di Moggi non sono piaciute al signor Baldini, il quale, a differenza dell'arbitro Paparesta e del guardalinee Di Mauro, ha deciso di denunciare Lucianone al presidente della decima sezione penale, Luigi Fiasconaro (testimone, il giornalista Ettore Intorcia, che ha confermato il tutto).
A questo punto, s'impone una domanda: ovvero: Chissà com'è che il nostro Lucky stavolta non è stato fortunato come al solito? Due sono le ipotesi: O non tutti sono come Paparesta e Di Mauro, che abbozzano di fronte ai ricatti e alle minacce, oppure la Dea Bendata ha voltato le spalle al nostro Lucky, il quale, come è noto, le ha preferito la santissima Provvidenza.

giovedì 19 giugno 2008

La Roma giallorossa esulta per l'arrivo di Riise

(Fotomontaggio: Giancarlo Bandini)

mercoledì 18 giugno 2008

Riise a Trigoria, firma per 4 anni

Secondo Lucalcio, Riise sarebbe sbarcato in mattinata a Fiumicino, alle 12.20 avrebbe raggiunto Trigoria. Secondo una fonte anonima, il ventottenne terzino norvegese avrebbe firmato un contratto di 4 anni a 1,8 mln di euro a stagione con premi a salire. In serata l'annuncio.

L'importanza del linguaggio secondo "Noam" Baldini

"Non mi sorprende che Moggi parli di macchinazioni e complotti. Ognuno usa il linguaggio che gli è proprio. La cosa peggiore di tutto questo è che a furia di raccontarla e raccontarsela, Moggi ha finito per credere davvero a quello che dice".
(Dichiarazione rilascita da Baldini all'Ansa dopo le affermazioni di Moggi al gup del processo Gea)

Il potere dei fratelli Becali (i Berluscones di Romania)

Anche se la Romania è fuori da Euro 2008, tutti coloro che sono interessati alla storia alquanto marcia della famiglia Becali (tra l'altro procuratori di calciatori come Chivu e Codrea) non possono assolutamente perdersi il bell'articolo firmato da Corrado Zunino su La Repubblica, disponibile on line. Cliccate qui per accedervi direttamente.

Lo sferico Risorgimento


Strani, siamo strani: se non pendoliamo fuori dalla finestra rischiando di precipitare non siamo contenti e non ci tiriamo su. Forse per il Paese sarà lo stesso…
(commento di O. Beha dopo la vittoria degli azzurri contro la Francia)

martedì 17 giugno 2008

Caso Ronaldo. Scontro tra Glazer e Sir Alex Ferguson

Scontro a Manchester tra il proprietario dello United, l'americano Glazer, e il manager della squadra Sir Alex Ferguson. Come certamente ricorderete, da oltre un mese Sir Alex Ferguson accusa il Real Madrid di comportamento scorretto per aver intavolato una trattativa sotterranea per il passaggio di Cristiano Ronaldo in camiceta blanca. Una protesta che aveva portato i Red Devils a presentare un reclamo formale alla Fifa, che Sepp Blatter però aveva immediatamente rispedito al mittente, in quanto, a detta del presidente della Fifa, "non vi sono motivi per censurare o punire il club spagnolo". Un comportamento, quello della Fifa, che ai più era sembrato poco chiaro. Ma ora la verità sembra stia pian piano venendo a galla. Grazie a una fonte anonima, il Daily Mirror c'informa che il Real Madrid starebbe trattando il passaggio di Ronaldo direttamente con il proprietario dello United, l'americano Glazer; al quale non dispiacerebbe affatto di cedere per una vagonata di euro l'asso portoghese (si parla di 65 milioni di euro più Robinho, valutato 40), incamerando denari utili a rimpinguare le casse del club (si stima che il Manchester United abbia un miliardo di euro di debiti; "boni st'ammericani", direbbe Alberto Sordi). A quel punto sarebbe scattata l'ira di Sir Alex Ferguson che, scavalcato dai proprietari del club (in Inghilterra è il manager che si occupa di calciomercato), avrebbe fatto sapere che nel caso la trattativa andasse a buon fine senza la sua preventiva autorizzazione, lui saluterebbe la comitiva e lascerebbe lo United dopo circa un quarto di secolo. Ma se le cose stanno così come sostiene il Daily Mirror, perché Ferguson avrebbe accusato pubblicamente il Real Madrid di comportamento scorretto, quando in realtà le beghe riguardano il conflitto interno tra lui e Glazer? Un mistero degno dell'Opus Dei.

Poscritto sull'Opus Dei. Sarà che leggo troppo, ma a qualcuno è mai venuto in mente che l'Irlanda, paese cattolico che ha bocciato per una manciata di voti il Trattato UE, cioè quel Trattato tanto osteggiato dal Papa (grande sostenitore dell'Opus Dei) perché non abbastanza ispirato ai valori cattolici, è allenata da un membro eccellentissimo dell'Opera come Giovanni Trapattoni? Amen.

Euro 2008. Ufficiale nazista di 95 anni immortalato dal "Sun" a Klagenfurt

Strane combinazioni. A Klagenfurt, mentre continuano gli atti di razzismo e xenofobia degli hooligan tedeschi (solo ieri la polizia austriaca ne ha arrestati altri 140), un reporter del tabloid inglese Sun ha immortalato con la sua digitale nientepopòdimenoché il numero 4 nella lista dei criminali di guerra nazisti, tale Milivoj Asner, novantacinquenne ex generale ustascia. Accusato di aver deportato centinaia di ebrei, gitani e serbi nei campi di concentramento e colpito da un mandato di cattura internazionale, Asner è stato fotografato mentre camminava in compagnia di sua moglie in mezzo a un gruppo di tifosi croati festanti per le vie di Klagenfurt, dritto e in perfetta salute senza nemmeno l'aiuto di un bastone. Come mi disse una volta mia madre, citando i saggi reatini: "E' proprio vero: L'erba cattiva non muore mai..."

lunedì 16 giugno 2008

Aderisci anche tu a ARRESTATECI TUTTI



Arrestateci tutti. Disobbedire per informare
di Marco Travaglio

Annuncio fin d’ora che continuerò a informare i lettori senza tacere nulla di quel che so. Continuerò a pubblicare, anche testualmente, per riassunto, nel contenuto o come mi gira, atti d’indagine e intercettazioni che riuscirò a procurarmi, come ritengo giusto e doveroso al servizio dei cittadini. Farò disobbedienza civile a questa legge illiberale e liberticida. A costo di finire in galera, di pagare multe, di essere licenziato.
Al primo processo che subirò, chiederò al giudice di eccepire dinanzi alla Consulta e alla Corte europea la illegittimità della nuova legge rispetto all’articolo 21 della Costituzione e all’articolo 10 della Convenzione europea sui diritti dell’uomo e le libertà fondamentali (“Ogni persona ha diritto alla libertà d’espressione. Tale diritto include la libertà d’opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche…”, con possibili restrizioni solo in caso di notizie“riservate” o dannose per la sicurezza e la reputazione).
Mi auguro che altri colleghi si autodenuncino preventivamente insieme a me e che la Federazione della Stampa, l’Unione Cronisti, l’associazione Articolo21, oltre ai lettori, ci sostengano in questa battaglia di libertà. Disobbedienti per informare. Arrestateci tutti.

Per aderire all'inziativa promossa da M. Travaglio clicca qui
(Foto di Scivaelekta)

domenica 15 giugno 2008

Davide Petrucci, i genitori, l'amico, il Man.United e la Roma

Davide Petrucci, giovane promessa del calcio italiano, bomber degli allievi della Roma passato al Manchester United pochi giorni fa per 120.000 euro a stagione a fronte dei 20.000 offerti dai giallorossi, non avrebbe deciso lui di andare in Inghilterra ma i suoi genitori. In questa storia l'uso del condizionale è d'obbligo più che mai, visto che la notizia è arrivata da fonte anonima, difficile da verificare. Sul sito Goal.com, infatti, tale Gianmarco, che si dichiara amico di Petrucci, ha scritto un commento sul passaggio del giovane ormai ex giallorosso alla corte di Sir Alex Ferguson, in cui svela i retroscena di questa trattativa, che priva il calcio italiano di un suo potenziale futuro protagonista. "Sono un amico stretto di Davide Petrucci- ha scritto Gianmarco alle ore 13.33 del 14 giugno su Goal.com- poiché con lui ho giocato nella Lodigiani. E' inutile dire che Davide è un fenomeno, ma vi posso dire una cosa abbastanza scioccante: Davide voleva rimanere alla Roma e ha tentato di convincere i genitori a rispettare la sua scelta. Poi però gli stessi genitori hanno preferito che si trasferisse, in quanto il contratto offerto dal Manchester lo avrebbe coperto di oro. La colpa purtroppo non è sua se è minorenne e ha 16 anni...".
Una lettera quella di Gian Marco, che descrive uno scenario che non necessariamente cozza con le dichiarazioni che il Nazionale U17 ha rilasciato ieri alla stampa inglese. "Andare a giocare nel più forte club del mondo- ha detto Petrucci- è una grande opportunità per me, era difficile dire no, anche se io sono un tifoso della Roma e sarei rimasto volentieri. Il Manchester ha offerto un posto da giardiniere a mio padre Stefano, mi accompagnerà lui. Un mese fa la Roma mi ha offerto un contratto al minimo salariale e non mi hanno detto nemmeno la durata. Ha chiesto un po' di tempo alla società, l'offerta dello United era già arrivata. Mi hanno dato solo tre giorni. La Roma- ha concluso in tono polemico il giovane- mi ha chiuso la porta in faccia, il Manchester ne ha aperta un'altra. Potevano credere di più in me".
Un risentimento comprensibile per un ragazzo che non ha solo lasciato la propria squadra del cuore, ma anche i suoi amici e tutto ciò che lo lega alla città di Roma. Anche per questo, in bocca al lupo.

Arrivano le Calandrinate

Con questo articolo ha inizio una nuova rubrica di satira politica de Laleggendadelcalcio, firmata da Calandrino e intitolata Calandrinate.

Calandrinate. N.1. La maratoneta Eva d’Adamo è incinta, ma il Cio ha stabilito che parteciperà comunque alle Olimpiadi
A pochi giorni dall’inizio delle Olimpiadi, la maratoneta Eva D’Adamo ha scoperto d'essere in stato interessante. La diffusione della notizia da parte dello staff dell’atleta ha suscitato una serie di reazioni allarmanti nel Paese, non ultime quelle dell’establishment politico, religioso e sportivo. Il noto giornalista e capo del 'Movimento per la vita' Giuliano Botero è stato uno dei primi a commentare la notizia. Inizialmente egli aveva dichiarato che la donna, accreditata per la vittoria finale, non dovesse partecipare alla corsa, poiché “l’immane sforzo prodotto potrebbe nuocere alla neo-vita, rischiando l'omicidio spontaneo”. Considerazioni che Botero ha parzialmente ritrattato subìto dopo aver ascoltato le parole del Santo Padre in tv; il quale ha sostenuto che, essendo l'embrione un essere umano a tutti gli effetti, in caso di vittoria della D’Adamo, i meriti, nonché la medaglia d’oro, dovrebbero essere equamente divisi tra Eva e il figlio che porta in grembo.
Informato dell’accaduto e delle dichiarazioni del Papa, il presidente del Comitato Olimpico ha convocato con urgenza una commissione di esperti e scienziati per appurare se, come si legge nella nota diffusa in serata, “la competizione non corra il rischio di essere alterata dalla presenza di un’atleta che in realtà è il risultato di due persone”. La commissione, formata da un pool di primissimo ordine, tra cui monsignor Fischiabella, il cardinal Papini, il catto-ex-atleta Giovanni Paroloni e il Magnifico Rettore dell’Università La Pazienza di Roma, professor Guercini, ha stabilito che Eva D’Adamo e suo figlio possono, sì, correre insieme, ma in una maratona a parte. “Non vogliamo discriminare la donna e suo figlio- ha detto il portavoce del comitato scientifico-. Bisogna però riconoscere che la presenza della neo-vita può realmente migliorare la prestazione dell’atleta. Secondo recenti studi da noi effettuati la portatrice della vita beneficerebbe di un consistente surplus di energia, di cui le altre atlete non dispongono, dovuto alla spinta motrice impressa dal figlio. Come se avesse quattro gambe e non due. Così abbiamo deciso- ha concluso il portavoce- che la donna e suo figlio possono sì gareggiare, ma in una speciale maratona tutta per loro”. La signora D'Adamo, barricatasi in casa, non ha rilasciato dichiarazioni in merito, ma secondo quanto riportato dall'Ansia, pare che Eva non abbia preso bene la cosa. Un suo amico e vicino di casa, che l'ha incontrata poco prima che la donna si chiudesse nella propria abitazione, ha affermato che alla sua richiesta d'informazioni e delucidazioni, la signora Eva abbia risposto in modo evasivo: "Io non so niente, forse mio figlio potrebbe esserti d'aiuto. E dice che sarebbe meglio che tu te ne vada affancxxx". Ora la palla passa nelle mani del Cio, che nei prossimi giorni dovrà sobbarcarsi l'onere di organizzare un'altra maratona, parallela a quella ufficiale ma altrettanto ufficiale. Inoltre dovrà studiare un metodo che stabilisca inequivocabilmente chi, tra i due partecipanti, abbia diritto alla medaglia d’oro e chi a quella d’argento.

Calandrino

sabato 14 giugno 2008

Deputato gallese: "Non tifo Italia perché terrona"

(ANSA) - LONDRA, 14 GIU - Un deputato conservatore del parlamento gallese si e' dimesso da due cariche politiche dopo aver offeso gli italiani. Durante una trasmissione radio, il conduttore gli ha chiesto per chi tifasse agli Europei, ed Alun Cairns ha bocciato 'the italians' come dei 'greasy wops': untuosi e terroni. Messo sotto accusa dai laburisti come 'xenofobo e sciovinista', ha chiesto ufficialmente scusa dimettendosi da ministro-ombra dell'Istruzione e presidente della Commissione finanze.
Dunque è proprio vero che la madre dei cretini è sempre incinta.

Italia e Francia potrebbero organizzare Euro 2012 assieme?

Italia-Francia assieme, e non contro. Ipotesi suggestiva che riprendo dal giornalista Fulvio Bianchi, il quale, nella sua rubrica Spycalcio, ha sostenuto che nel caso Polonia e Ucraina non riuscissero ad organizzare il prossimo Europeo sarebbero proprio la coppia Francia&Italia, eterne rivali in campo, a prenderne il testimone. "Ora Polonia e Ucraina- ha scritto Bianchi- stanno per gettare la spugna. Non ce la fanno, troppi problemi politici e organizzativi: ai primi di luglio ispezione Uefa. E poi? Poi, secondo logica, toccherebbe all'Italia. Ma esiste la logica nel mondo del calcio? La Spagna si è fatta sotto, è già pronta. Michel Platini, francese di origini italiane, risolverebbe tutto affidando a Italia e Francia l'organizzazione. Così come adesso è Austria-Svizzera, e come è stata Olanda-Belgio. L'Italia metterebbe quattro stadi (Roma, Milano, Torino e Napoli), la Francia altri quattro (Parigi, Marsiglia, Lione e Bordeaux). Sarebbe la soluzione migliore. Presto si saprà".
Dopo la finale di Berlino, il doppio confronto nel girone per la qualificazione a Euro 2008 e l'imminente sfida di martedì, Italia e Francia, dunque, potrebbero accantonare vecchi rancori e organizzare Euro 2012: sarebbe la prima volta che due paesi tanto grandi si accordano per gestire una manifestazione così prestigiosa. Qualcuno potrebbe domandarsi perché l'Italia, che lo scorso anno a Cardiff era stata battuta per quattro voti da Ucraina e Polonia, non possa organizzare l'evento da sé. La risposta è semplice: il tempo. In meno di quattro anni, infatti, rinnovare o costruire ex novo gli otto stadi necessari è impresa al limite del possibile. I nostri impianti sportivi, come si sostiene da più parti, necessitano di trasformazioni profonde, mentre la Francia, che ha organizzato i Mondiali 10 anni fa, avrebbe tutto quanto già pronto e a disposizione (evidentemente non c'è l'Impregilo a costruirli, e si vede...). Per questo l'ipotesi di un'accoppiata Italia&Francia assieme, oltre che suggestiva, ha anche una certa probabilità di successo. Ovviamente solo nel caso Polonia e Ucraina dessero forfait, cosa che non gli auguro, s'intende.

Giustizia pallonara: le novità. Multate Milan&Inter, Carraro va a Napoli

Giornate calde sul fronte giustizia sportiva. Il tribunale di Napoli che si occupa del processo a Calciopoli ieri è riuscito finalmente a interrogare Franco Carraro, dopo che l'udienza del 30 maggio era saltata per via dello sciopero degli stenotypisti. Ovviamente l'interessato non è che abbia raccontato granché al gup Eduardo De Gregorio, se non la sua totale estraneità a quello che gli inquirenti ipotizzano come il sistema Moggi. Egli, scrive La Repubblica, "ha precisato di non aver mai avuto alcun interesse nella formazione delle cosiddette 'griglie arbitrali' e di non averne mai parlato con i designatori Bergamo e Pairetto. Quanto ai rapporti con Moggi, Carraro ha sostenuto che con l'ex dg della Juventus era tenuto a parlare in quanto dirigente della società di calcio che dava il maggior numero di giocatori alla Nazionale. E ha aggiunto, comunque, di non aver mai parlato con Moggi di arbitri e di designazioni. L'udienza preliminare riprenderà il 7 luglio".
L'altro ieri, invece, la Commissione disciplinare della Figc ha chiuso il caso relativo al falso in bilancio di Milan e Inter (plusvalenze fittizie), con una serie di multe: 60.000 euro per l’ad del Milan Adriano Galliani e 90.000 per il club rossonero; per quanto riguarda l’Inter multe di 20.000 euro a Rinaldo Ghelfi (attuale vicepresidente) e Mauro Gambaro (all’epoca dei fatti ad); di 10.0000 euro a Gabriele Oriali (attuale dirigente) e Massimo Moretti (ex dg); 90.000 euro alla società di Via Durini. Ammende anche per Giuseppe Marotta, amministratore delegato e dg della Sampdoria: per lui multa di 20.000 euro; sanzione di 18.000 euro invece per il presidente blucerchiato Riccardo Garrone, 36.000 euro per la Samp.
Si chiude così una vicenda di cui Laleggendadelcalcio s'era occupata con diversi post tra dicembre 2007 e febbraio 2008. Di seguito posto un estratto dell'ultimo pezzo dedicato alla faccenda, risalente al 6 febbraio scorso:

- 6/feb./2008. Palazzi deferisce Milan&Inter per falso in bilancio
Assolti per non aver commeso il fatto dalla giustizia ordinaria, ma deferiti dalla Procura Federale per aver violato "i principi di lealtà, correttezza e probità in ogni rapporto comunque riferibile all'attività sportiva", come recita l'art.1 del CGS (Codice di Giustizia Sportiva). L'azione intrapresa dal procuratore della Figc Stefano Palazzi contro Milan&Inter, oltre ad avere una valenza simbolica, è un esempio di coraggio sconosciuto nella storia rotondoiatrica di questo Paese. Tra i motivi che hanno spinto il procuratore federale all'inatteso gesto, come ha esemplificato il bravissimo Adriano Stabile di SpySpot, c'è "l'abnorme e strumentale valutazione di alcuni calciatori, plusvalenze fittizie messe a bilancio derivanti cessioni con corrispettivi di gran lunga superiori a quelli realmente attribuibili e manovre contabili finalizzate a far apparire perdite inferiori rispetto a quelle realmente esistenti" (ricordo che all'epoca dei fatti, senza la manomissione dei bilanci, le due società non avrebbero potuto iscriversi al campionato). Deferiti assieme ai club milanesi, ci sono: Adriano Galliani, il vicepresidente nerazzurro Rinaldo Ghelfi e due ex della società interista, Gabriele Oriali e Massimo Moretti.

giovedì 12 giugno 2008

Mancini all'Inter, Suazo alla Roma

Mancini all'Inter, Suazo alla Roma. Non è fantacalcio, ma una notizia che da qualche ora rimbalza nell'etere analogico (l'ha data Paola Ferrari). Saranno contenti entrambi i tecnici: Mourinho che potrà contare su un esterno vero, che punta e salta l'avversario, che può allargare il gioco. Una tipologia di giocatore che l'ex tecnico Roberto Mancini ha sempre chiesto e mai ottenuto. Spalletti, invece, avrà una punta veloce, devastante negli spazi e capace di partire sia largo a sinistra che dal centro. L'honduregno, che probabilmente partirà dalla panchina visto che Totti e Vucinic sono titolari inamovibili, appare cmq rincalzo di primo piano per completare una rosa sempre più competitiva. Se la Sensi poi dovesse anche 'acquistare' un terzino sinistro di valore (Riise però è più un sogno che una realtà), la Roma potrebbe davvero fare paura a Inter e Milan, le due supercandidate per il prossimo anno a vincere lo scudetto.
Secondo quanto ha affermato la conduttrice Paola Ferrari, Inter e Roma avrebbero trovato l'accordo sulla base di uno scambio alla pari. L'unico ostacolo è l'oneroso ingaggio per le casse della società di Trigoria, di Suazo; ingaggio che la Roma vorrebbe fosse parzialmente pagato da Moratti.

Prosegue l'inchiesta su Capello, coinvolto pure Franco Sensi

Quindici indagati per l'inchiesta sulla presunta evasione fiscale di Capello

(brano tratto da Spysport, www.spysport.org)

Sono partiti gli inviti a comparire per la quindicina di indagati nell'inchiesta della procura di Torino che ruota attorno a una presunta evasione fiscale dell' allenatore della nazionale inglese Fabio Capello, ma nessuno dei destinatari, secondo quanto si è appreso, risponderà alla convocazione dei magistrati. Nell'elenco delle persone finite sotto inchiesta figurano, tra l'altro, il presidente della Roma Franco Sensi e i commercialisti di due studi milanesi: la tesi, elaborata sulla base di indagini della Guardia di Finanza, è che Capello abbia evaso 16 milioni di euro nel periodo in cui allenava la formazione giallorossa. Le parti hanno annunciato che la loro tesi difensiva sarà affidata a memoriali.

Intercettazioni: fra diritto di cronaca, privacy e... Calciopoli


"Senza intercettazioni, il processo a Calciopoli non ci sarebbe mai stato". Questo il lead dell'articolo di Alberto Custodero su La Repubblica con le dichiarazioni del presidente dell'Anm (Associazione Naz. Magistrati) Luca Palamara, pm nel processo Gea. Nell'intervista Palamara spiega quali implicazioni produrrebbe l'approvazione del disegno di legge del Governo che limita le intercettazioni telefoniche ai soli reati con pene superiori ai 10 anni di reclusione. "Non si potrebbero- aggiunge il pm- perseguire più molti reati importanti, dalle scalate bancarie tipo il processo Unipol-Bnl. E salterebbero anche le indagini su insider trading, bancarotta, rapina semplice, usura, estorsione e anche l'associazione per delinquere semplice (cioè non di stampo mafioso, ndr), quella che è stata contestata al mio processo sulla frode sportiva nel mondo del calcio". Un grido d'allarme che certamente non verrà raccolto dal presidente Berlusconi, che nei giorni scorsi ha affermato che su questo tema non accetterà intoppi (chissà poi perché tanta fretta, visto che la questione principale, ora, è di ritardare i processi, anzi il suo di processo: a Milano, infatti, la sentenza sul caso Mills ha avuto una brusca accelerata e lì, il nostro presidente, rischia 6 anni di reclusione - in tal senso qualcuno vocifera che il governo abbia intenzione di riproporre, riveduto e corretto, il famoso lodo Schifani -), né dietrofront di alcun tipo, come accaduto per il decreto salva Rete4 ( inserito in un decreto per rendere esecutive alcune disposizioni UE poi bocciato in Parlamento). Eppure il discorso di Palamara fila a meraviglia. Il magistrato non nasconde però i problemi che l'abuso delle intercettazioni ha prodotto in Italia, come la violazione della privacy. Per lui la questione si può risolvere usandole in modo corretto, seguendo ciò "che l'attuale codice di procedura penale già prescrive". "Se indago per una rapina- prosegue il presidente dell'Anm- e se dalle telefonate mi rendo conto che l'indagato, sposato con figli, ha una relazione gay, devo evitare che questo fatto rientri nella trascrizione delle telefonate.(...) Vanno pubblicati solo fatti attinenti alle indagini". Un discorso che non offre soluzioni, ma che richiama al rispetto delle regole vigenti, che nei fatti, però, a mio modo di vedere, produce un'impasse difficilmente risolvibile, proprio perché sono stati gli stessi magistrati ad abusare della legge che ora vogliono difendere. In generale il discorso di Palamara è condivisibile perché non si può con un colpo di spugna limitare uno strumento tanto prezioso per le indagini e che ha prodotto così proficui risultati, ma resta il problema di quali soluzioni adottare per far rispettare la legge sulla privacy. Infine una battuta sull'autorizzazione a intercettare, che secondo il ddl del governo non spetterebbe più al gip, ma ad un collegio del tribunale composto da tre giudici. "Dal '99 il nostro ordinamento- conclude il magistrato- ha deciso di introdurre il giudice unico. E' mai possibile che implichi una maggiore responsabilità la decisione di concedere l'ascolto di una telefonata rispetto a quella di condannare all'ergastolo un omicida?".
Problemi questi che non hanno sfiorato Lucianone Moggi. Ieri, intervistato nella sede de Il Tempo (della serie: per qualche copia in più!), Lucky s'è detto completamente d'accordo col ddl Berlusconi. Ci mancherebbe... una vittima come lui... "Sono stato una vittima delle intercettazioni, manderei in galera chi le utilizza- ha detto Moggi a Il Tempo-. (...) Sono cose che si possono capire soltanto quando si è tirati in ballo in prima persona. Quando ho avuto le prime avvisaglie non mi rendevo conto, poi ho vissuto un mese della mia vita terribile: per andare avanti mi sono aggrappato alla fede. (...)Mi chiedo quanto costino allo Stato italiano queste intercettazioni: c'è qualcuno che dovrebbe vergognarsi, nessuno si vergogna, eppure sono cose che hanno fatto".
(fotomontaggio tratto da: http://sportemotori.blogosfere.it)

mercoledì 11 giugno 2008

Tertelac invita i romeni in Italia a non seguire la partita in piazza

(AGI/ITALPRESS) - Baden, 11 giu. - Il presidente dell'associazione dei romeni in Italia, Eugen Tertelac, invita i suoi connazionali a non seguire la sfida di venerdì nelle piazze italiane. Gianluca Zambrotta, però, non è d'accordo: "Il calcio, così come lo sport in generale, è bello perché avvicina e unisce tutti i popoli. Questo succede soprattutto quando scendono in campo le nazionali, quindi non vedo perché debbano esserci tutti questi timori".

Poscritto. A proposito di calcio e integrazione (o solidarietà fate voi) segnalo la bella iniziativa promossa dall'Uisp assieme ad altre associazioni di Genova, che s'è meritata un bell'articolo su La Repubblica (nell'edizione genovese), ora disponibile al seguente indirizzo: http://espresso.repubblica.it/dettaglio-local/Zeneizi-e-Latin-King-il-calcio-e-integrazione/2029067/6

Bamboccioni, sì, ma per caso

Perdere, soprattutto contro una grande squadra come l'Olanda, ci può stare. Ma ci sta anche che la Nazionale, dopo una sconfitta tanto pesante, venga criticata dalla stampa. E' il gioco delle parti, e non se l'abbiano a male i vari Grosso e Toni se La Repubblica ha parlato di loro come dei bamboccioni. Personalmente ho trovato l'articolo non solo ben scritto, che non frega a nessuno, ma soprattutto molto interessante. Non mi è sembrato che il giornalista volesse offendere qualcuno in particolare, ma evidenziare alcuni aspetti della cultura che il calcio veicola. Una cultura legata al corpo più che allo spirito, all'apparire più che all'essere, di cui i calciatori, veri divi dell'oggi, sono gli "idealtipi", cioè il modello per antonomasia che veicola tale cultura nella società e che come un virus s'insedia nelle coscienze e nelle abitudini di consumo. Ovviamente, si può essere d'accordo o meno, ma tra una serata al billionaire e una copertina su qualche giornale gossipparo assieme a qualche velina, la realtà descritta dall'esimio giornalista di Repubblica non pare così distante dal vero. La partita con l'Olanda è stata solo uno spunto, credo, per evidenziare qualcosa che esiste a prescindere dalla vittoria o dalla sconfitta. La sconfitta aiuta solo a capire meglio, a evidenziare fatti che ci stanno sotto gli occhi, ma che le vittorie e la retorica da caserma che ne segue opacizza. Bambinoni cresciuti troppo, che si sentono come déi, ma che poi, di fronte alle difficoltà, dicono "scusate, la prossima volta c'impegneremo di più", come farebbe uno scolaro dopo una brutta pagella. Ad ogni modo, non se la prendano a male gli azzurri: per loro queste critiche possono rappresentare un momento di crescita. E poi diciamola tutta: per i calciatori della Nazionale, a prescindere da come finirà l'Europeo, le cose non potranno andare mai troppo male: c'è sempre un ingaggio miliardario e una pupa mozzafiato ad attenderli al ritorno.

martedì 10 giugno 2008

Serie A: più spettatori allo stadio e più ascolti in tv. Il calcio funziona ancora

La macchina Calcio funziona ancora e a pieni giri. Una decina di giorni fa (scusate tanto se ultimamente arrivo sempre in ritardo sulle notizie, ma il tutto è dovuto alla mia assenza di qualche giorno dall'Italia. Un assenza salutare beninteso, in cui mi sono tenuto alla larga da qualsiasi mezzo d'informazione italiano), dicevo, una decina di giorni fa Fulvio Bianchi ha scritto sulla sua rubrica Spysport (Repubblica.it) un bell'articolo che fa i conti al campionato di calcio appena concluso. Il titolo del pezzo dice: "Stadi la grande fuga è finita: 1.800.000 spettatori in più". Nell'analisi, il giornalista spiega che questo trend positivo è in gran parte frutto del ritorno in serie A di Juve, Napoli e Genoa: ora la media partita di spettatori allo stadio è di 23.420 unità, una statistica che fa del nostro campionato il quarto in Europa. Davanti a noi ci sono la Liga spagnola (29.700), che non è lontanissima, la Premier League (34.141) e al primo posto, uditeudite, la Bundesliga con 40.572 spettatori in media. Un buon risultato per l'italietta pallonara, viste le potenzialità ancora inespresse e a causa dei nostri stadi, troppo brutti per essere veri e troppo insicuri, almeno nella percezione di molti. Impianti che hanno meno di vent'anni ma già ne dimostrano cento.
Un buon anno dunque, ma non solo per gli stadi: anche la tv digitale ha avuto ascolti record. Su Sky, scrive Bianchi, "il top della stagione è stata Roma-Inter, giocata di sabato alle 18: 10,64% di share, 1.358.08 telespettatori. Seconda Inter-Milan (10,59%), terza Juventus-Inter (9,72%). Nella "top ten" stagionale ci sono sei volte l'Inter e la Juventus, quattro volte il Milan, due volte la Roma. Per quanto riguarda la Champions, sulla pay tv la gara più vista è stata Milan-Arsenal (5,08% di share, 1.458.272 di audience)". Chiosa Bianchi: "Le partite, insomma, piacciono: meno le trasmissioni delle chiacchiere. La gente vuole vedere i gol".

Delio Rossi ritratta, non farà ricorso

Parlando della vicenda di Delio Rossi, ieri un mio amico della Lazio m'ha informato che un paio di settimane fa, mentre io ero via dall'Italia, il tecnico biancoceleste ha cambiato idea e ha deciso di non fare ricorso, accettando così le tre giornate di squalifica che gli ha inflitto il giudice sportivo in merito al caso Lazio-Lecce. Ho rintracciato le dichiarazioni di Delio Rossi, il quale in modo pilatesco ha affermato: "Ritengo la sentenza ingiusta, come ho detto subito dopo. Ragionandoci, però, sono consapevole che non sarebbe cambiato niente. Chi mi vuole bene mi vorrà ancora più bene, altri no. Ma io so come sono andate veramente le cose e sono tranquillo. Si vede che doveva andare così, ora voglio mettere la parola fine anche su questa situazione".
Si chiude così questa vicenda sgradevole, anche se a Laleggendadelcalcio sarebbe piaciuto un altro epilogo, con l'allenatore che ricorre per cercare di dimostrare la propria innocenza anche a patto di dover subìre una sanzione più pesante. Come del resto lo stesso tecnico aveva lasciato intendere in un comunicato stampa diffuso poco dopo la squalifica di tre giornate: "Prendo atto della sentenza che trovo ingiusta e iniqua. La impugnerò perché ho il dovere morale di tutelare me stesso e la mia onorabilità- è scritto in una nota diffusa dallo stesso Delio Rossi, e che ho ripreso da Spycalcio-. Certo, non sarà una squalifica a cambiare il mio modo di essere e pensare in certi fondamenti e valori in cui credo fermamente con la forza, il coraggio e l'integrità di sempre".
Tra il comunicato e le dichiarazioni successive il gap è enorme, anche se le motivazioni che sono alla base della marcia indietro appaiono del tutto comprensibili, visto che in Appello, la condanna per slealtà sportiva, avrebbe potuto tramutarsi in frode sportiva, reato che in Italia rientra nel penale, con tutti gli annessi e connessi. Ora però resta una macchia nera sulla carriera professionale di un uomo di sport come Delio Rossi, un tecnico che avrebbe potuto anche, un giorno, guidare la Nazionale azzurra.

lunedì 9 giugno 2008

Dopo Camoranesi anche Amauri indosserà la casacca azzurra

Avrebbe voluto e potuto esserci tra meno di un'ora nel match d'esordio a Euro 2008 dell'Italia contro l'Olanda. Ma il passaporto non è arrivato in tempo e così Amaurì s'è dovuto accontentare di fare soltanto il tifo per i Campioni del Mondo. Che, secondo quanto riportato dal 'Giornale di Sicilia', non dovranno aspettare molto per trovarselo in squadra... "Non vedo l'ora che arrivi il passaporto italiano - ha detto al Giornale di Sicilia -. L'Italia mi ha fatto sentire importante: il Brasile no. In fondo da parte mia è anche una questione di orgoglio. Non so se adesso che gioco nella Juve per Dunga cambierà qualcosa. Penso che se il passaporto fosse arrivato solo due mesi fa forse Donadoni mi avrebbe portato. Io spero di esserci in Sudafrica, nel 2010. Con Toni non saremmo male come coppia". Dopo Camoranesi dunque, a breve scoccherà l'ora di Amaurì. Questa è l'Italia, che ci volete fare. Un Paese che criminalizza i clandestini, ma accetta di buon grado di fare il tifo per uno nato e cresciuto in Brasile, che giocherà con l'Italia solo perché snobbato dal ct dei verde-oro, Dunga. E se sta bene a noi sta bene a tutti.

domenica 8 giugno 2008

Platini: Attenti agli americani

Ritorno sulle affermazioni fatte dal presidente dell'Uefa Micheal Platini a L'Equipe l'altro ieri. In particolare, nel post di ieri avevo omesso una dichiarazione di Le Roi che, seppur riferita alla situazione della Premier inglese, mi sembra alquanto interessante anche per il futuro di alcuni club del calcio italiano, e in particolare della Roma. Platini ha detto che lui "non vede perché gli americani vengano a investire nelle squadre della Premier League, se non per farne dei prodotti". Poi ha aggiunto: "È una corsa continua al denaro, che produce risultati esattamente come la proposta di giocare la 39ª giornata di campionato all'estero".
Questi americani dunque non convincono il massimo dirigente del calcio Europeo, che invita a diffidare di chi promette mari e monti apparentemente senza secondi fini, fin quando non si scopre (come nel caso Liverpool che si vocifera rischi la bancarotta), quando ormai è troppo tardi, che le casse sono vuote e che i debitori bussano alla porta.
Un monito che dovrebbe far riflettere alcuni quotidiani della Capitale, come la redazione de Il Romanista, che nelle settimane passate s'era schierata decisamente a favore del neo potenziale presidentissimo Soros (ricordate la petizione per chiedere alla famiglia Sensi di agevolare l'acquisizione della Roma da parte del magnate statunitense?), con uno slancio che travalicava il lavoro giornalistico, trasformandolo in attività di lobbing. Per fortuna che a fare il "cane da guardia" c'è la Magistratura, che non a caso ha aperto un'indagine sulle oscillazioni del titolo dell'AS Roma. Nella speranza che si possa fare finalmente luce su questo aggrovigliato caso.

sabato 7 giugno 2008

Platini: "In Europa vince chi bara"

"In Champion's League vince chi bara sulle regole finanziarie". Stiamo imparando a conoscerlo Micheal Platini, e più passa il tempo e più ci piace. Dopo aver liquidato il G14 e aver aumentato il numero di formazioni dell'Est Europa in Champion's League (a discapito delle squadre di Paesi di maggior tradizione pallonara e dunque di business), il presidente dell'Uefa non smette di stupire. Le sue ultime dichiarazione rilasciate a L'Equipe hanno come bersaglio i bilanci delle società di calcio, i debiti finanziari che producono dei mostri che allontanano il calcio dai valori dello sport. "L'obiettivo di molte squadre oggi non è più vincere titoli, ma guadagnare denaro per ripianare i debiti. Guardate i deficit di Chelsea e Man. United (si parla di 1.9 miliardi di euro di debiti complessivamente contratti): in Champion's League vince chi bara sulle regole finanziarie. E la cosa è imbarazzante".

Nozze d'argento tra Maldini e il Milan

Ventiquattro anni in rossonero non gli sono ancora bastati. Paolo Maldini sarà il capitano del Milan per un'altra stagione, la 25a, e, con ogni probabilità, appenderà gli scarpini al chiodo quando avrà 41 anni. Mica roba da tutti. "La mia decisione era di smettere- ha detto ieri Maldini ai microfoni di Milan Channel- ma visto che la società mi chiedeva di restare ho parlato con l'allenatore e con i compagni e ho deciso di continuare". Una decisione presa sondando gli umori dei compagni e del tecnico, con la speranza nel cuore di poter essere ancora utile e soprattutto di poter continuare a fare ciò per cui è nato e più gli piace. "Giocare a calcio è una cosa che mi piace e credo di poterla fare ancora bene". Del resto non sono gli stimoli che mancano alla bandiera del Milan, già pronto per le nuove sfide che attendono lui e la sua squadra. "Lo scudetto è un titolo che manca da parecchio, che negli ultimi anni abbiamo vinto solo 2 volte. Sarà una motivazione in più...". Un titolo che sarebbe davvero un bel regalo per queste nozze d'argento, che nel calcio valgono come l'oro.