giovedì 20 novembre 2008

Zingaretti: "Entro 4 anni 10 nuovi impianti sportivi" (ovvero: le promesse da prendere con le pinze!)

Dopo le denunce relative alla carenza di spazi e impianti nella Capitale e nelle zone limitrofe, il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, ha annunciato di aver, come provincia, "stanziato dieci milioni di euro per aprire, entro quattro anni, dieci palazzetti dello sport nei comuni della provincia nei quali mancano queste strutture". Inoltre, Zingaretti - durante l'incontro con i bambini delle scuole del territorio in occasione della Giornata mondiale dei diritti dell'infanzia - ha invitato tutti gli studenti a controllare che le opere vengano eseguite. "Tornate qui ogni anno per vedere- ha detto- se abbiamo mantenuto le nostre promesse. Se non lo abbiamo fatto protestate".

(M'immagino già i cartelli sotto la Provincia, (sigh!). Perché diciamoci la verità, la Sinistra -escluso Di Pietro (almeno per ora)- è bravissima a fare annunci e promesse che poi non mantiene. Penso ad esempio ai proclami pro-ambiente regolarmente insoddisfatti come, ultimo caso di una lunga serie (last but not least), la costruzione di una centrale a gas ad Aprilia. Beh, chiedete a NOTURBOGAS se la sinistra mantiene le promesse).

lunedì 10 novembre 2008

La serie B che sta morendo

Ci ha scritto Enrico:
"Buongiorno, vorrei suggerire un argomento, e cioè la crisi economica del campionato di Serie B, che come dice un articolo di Repubblica di ieri sta morendo. Non si tratta semplicemente di essere nostalgici per i tempi in cui non esistevano pay-tv anticipi e posticipi, ma è davvero inaccettabile che si prenda la strada dell'autodistruzione, cominciando con la penalizzazione di quello che è il campionato italiano più bello e interessante, sicuramente più della serie A. Il tutto nell'indifferenza generale".

Caro Enrico,
le sue preoccupazioni su ciò che sta accadendo alla serie B sono ampiamente condivisibili, e certamente si troveranno d'accordo con lei tutti i tifosi di quelle squadre che appartengono alle cosiddette serie minori. Come lei sa e come anche l'articolo di Repubblica mi sembra dica, i mali sono noti, il problema casomai è come farvi fronte.
Andando un po' a braccio, perché sinceramente non sono un grande esperto di questioni economiche, mi sembra che in questi ultimi anni i presidenti di B siano i primi responsabili della situazione in atto. La colpa maggiore, forse, è quella di non aver mai guardato al di là del proprio naso e di non essersi mai considerati parte di un gruppo, di una categoria. Forse, Enrico, quello che lei mi chiede non è tanto di individuare delle responsabilità quanto di iniziare a parlare del problema. Ma credo che per una sana discussione, utile per il futuro, non si possa prescindere da ciò che è stato fatto o non fatto finora. E questo, inevitabilmente, ci porta a parlare degli errori, magari fatti in buona fede, ma dei quali si può parlare serenamente ex-post. E dunque, vediamoli questi errori (in gran parte mutuati dalle dichiarazioni rilasciate da Sergio Gasparin a Gazzetta e apparse sul quotidiano il 16.10.2008) fatti dai club di serie B:

1) In primo luogo hanno accettato senza colpo ferire il passaggio della vendita dei diritti tv da collettiva a soggettiva. Era chiaro allora come oggi, che la vendita soggettiva avrebbe favorito i club più prestigiosi, circostanziati nelle metropoli e dunque con grandi bacini d'utenza. Che cosa ci abbiano guadagnato i presidenti delle società medio-piccole non è chiaro, ma si può immaginare che possano aver ricevuto, non tutti beninteso, vantaggi sia da un punto di vista prettamente calcistico (prestiti di giocatori, amichevoli estive con grandi club e altro) sia extra (subappalti, partnership, etc).

2) Quando nel 2006, dopo Calciopoli, nel campionato di B c'erano Juve, Napoli e Genoa non sfruttarono queste presenze per sottoscrivere contratti a lungo termine con le televisioni coinvolte (Mediaset, Rai e Sky).

3) Aver accettato nel 2003, dopo il caso Catania e il ripescaggio della Fiorentina, l'allargamento del campionato a 22 squadre (da 18). Un fatto che ha ridotto la fetta d'introiti da spartirsi e che nel lungo tempo si è dimostrata devastante.

4) Non aver investito nei vivai, o comunque nei giovani, che da sempre erano una delle risorse per incamerare denaro liquido (l'ultimo grande affare è stato quello del passaggio di Cassano dal Bari alla Roma per 50 mld di lire risalente al 2001). I presidenti delle società medio-piccole hanno preferito invece puntare su gente d'esperienza per paura di precipitare in C, considerato come l'inferno, e oggi si ritrovano con un pugno di mosche visto che ora l'inferno è salito di una categoria. Ovviamente questo ha inciso sui costi, gli stessi che i presidenti di oggi chiedono all'Aic di spalmare o raitezzare.

Fatte queste premesse, bisogna aggiungere che i club di serie B in questi ultimi anni hanno visto erodere progressivamente la loro quota derivante dalle mutualità dalla A alla B. Passata dai 5mln di euro a testa nel 2004-2005, ai 4,2 del 2007-2008 e che dal prossimo anno sarà di soli 3,5mln cadauno.

Dunque, che fare?
Si parla di rateizzazione e di spalmatura dei contratti, dunque di contenimento dei costi. Un'operazione difficile, ma che mi sembra tutti i presidenti di B stiano adottando. Ma ciò non basterà. Dovranno necessariamente aumentare il capitale sociale o comunque immettere denaro fresco nei club. Poi, si dovrà puntare sui giovani e su osservatori in grado di scovare il talento lì dove nessuno lo avrebbe creduto possibile. Ma soprattutto devono sentirsi una categoria, che ha interessi comuni e che prende le decisioni insieme, senza che qualcuno si lasci ammaliare da prospettive vantaggiose per lui, ma dannose per gli altri. Perché un campionato, sia esso di B o A, lo si gioca insieme. Solo con un accordo generale, infatti, sarà possibile in futuro ridurre il numero di squadre, magari riportando il loro numero a 18. E infine la serie A deve iniziare a capire che A e B non sono due cose separate, ma che per creare un movimento vincente nel mondo c'è bisogno di tutti, B compresa. Ma la B qualcosa deve offrire, non può mica stare solo a piangere denari.

domenica 9 novembre 2008

Un anno con Laleggendadelcalcio

Cari lettori,

esattamente un anno fa questo blog vedeva la luce. In questo lasso di tempo ho cercato, con le mie sole forze, di fornirvi un'informazione su quello che accade nel mondo del pallone in maniera puntuale e il più possibile accurata. Offrire un servizio più che un diario personale, convinto che ciò che attira la mia curiosità possa interessare una più vasta audience. Cioè, voi. Eppure, secondo la Magistratura italiana, un blog non potrebbe fare informazione, come la sentenza su www.accadeinsicilia.net, il blog di Carlo Ruta, sta lì a dimostrare. Non conosco Ruta e ho poco bazzicato il suo blog, ma ciò che non comprendo della sentenza e perché il senso civico e la voglia di denunciare ciò che non funziona nel nostro Paese possa invero essere considerato reato (di stampa occulta). La passione civica, credo invece dovrebbe sempre essere premiata, ancor più quando non è finalizzata al lucro. Dunque, a distanza di un anno resto fedele ai propositi che fin dal primo giorno avevo fissati e che sono la peculiarità di questo blog:

"Ora il calcio, diciamolo subito, è il più bel gioco del mondo". Gianni Brera amava definirlo semplicemente così. E a coloro che gli dicevano che stava esagerando, rispodeva: "Per il calcio ho letteralmente delirato da ragazzino e in seguito, anche da grande. Per il calcio deliro persino oggi, che ho figli ormai in condizione di trasformarmi in nonno". Una passione profonda, la stessa che milioni di persone hanno provato e continuano a provare. Questo blog è dedicato a loro. Uno spazio per condivedere e approfondire insieme le storie, le news e i tanti temi che circodano il "mondo del pallone". Senza considerarlo un aspetto minore e un po' superficiale della nostra società. Perché il calcio è, con pieno diritto, parte della storia del nostro paese. I suoi vizi e le sue virtù sono le stesse di noi italiani. Del nostro modo d'essere, della nostra civiltà.

venerdì 7 novembre 2008

Milan, dopo Beckham ipotesi Micheal Schummacher?

Per due mesi Bechkam, poi uno Schummacher in più nel motore. Non è una notizia bomba di calciomercato, ma solo un consiglio che Laleggendadelcalcio ha deciso di offrire all'abile dirigenza milanista, Galliani in testa. Del resto, in questi giorni gran parte della stampa targata Arcore non ha fatto altro che spiegare a noi poveri amanti del pallone ruzzolante, le grandi opportunità che l'ingaggio dell'ex Red Devil comporterebbe a livello di sponsorizzazioni, d'immagine del brand e, conseguentemente, per il merchandising del Diavolo. Dopo attenta riflessione, ci siamo resi conto, che da questo punto di vista, Micheal Schummacher non è inferiore a nessuno. Rispetto a Beckham l'ex ferrarista è: conosciuto tanto quanto se non di più al mondo; ha vinto di più; è in ottima forma atletica, probabilmente migliore di quella dell'inglese; ha giocato spesso amichevoli contro rappresentative di cantanti e affini, che da un punto di vista tecnico non hanno niente da invidiare ai calciatori americani. E poi in caso d'infortunio di un calciatore in mezzo al campo, potrebbe guidare la 'macchinina' come nessuno mai, trasportando i feriti all'ospedale più vicino a tempo di record. E allora dai, Galliani, dai! Metti uno Schummacher nel motore milanista.

giovedì 6 novembre 2008

Maradona: "Spero in amichevole Napoli-Argentina"

I primi due amori non si scordano mai. Sì, due. E non uno. Perché se sei Diego Armando Maradona come fai a scegliere tra la tua Argentina e il tuo Napoli? Infatti, il Pibe non ha mai dimenticato la sua Napoli, nemmeno ora che la sua Argentina gli ha regalato la panchina più bella, quella di commissario tecnico. E così, appena due giorni dopo aver ottenuto il prestigioso incarico, ecco che il pensiero di Diego si volge al Vesuvio e al clima temperato del Golfo. Il fine? Organizzare un'amichevole di prestigio, di quelle da leccarsi i baffi, tra Argentina e Napoli. Due pezzi del cuore di Diego finalmente ricuciti. Assieme. Magari dentro a un San Paolo gremito. "Bagni mi ha detto- ha svelato il neo ct dell'Argentina- che De Laurentiis vorrebbe dedicare un memorial al padre Luigi. Si potrebbe anche organizzare un'amichevole tra il Napoli e la nazionale argentina". Un gesto bello e nobile a nostro avviso, che dimostra anche la stima che Maradona porta verso la nuova dirigenza partenopea e De Laurentiis. Che ci fa scoprire il campione ritrovato, quello di cui ci ha parlato più volte Gianni Minà, uno dei pochi giornalisti che ha tentato di 'spiegare' Maradona oltre i cliché e le facili etichette che gli sono state affibbiate nel corso degli anni. Ma Maradona non si accontenta e lancia la sua sfida ai Campioni del Mondo. "Spero di affrontare anche la Nazionale di Lippi in amichevole, magari proprio al San Paolo: ed io potrei schierare sia Lavezzi che Denis", ha detto Maradona, che ieri ha applaudito le gesta della Juventus, che con una doppietta di Del Piero ha steso il Real Madrid al Bernabeu. Ora il Diego è atteso al primo test della sua gestione contro la Scozia a Glasgow il 19 novembre. Una spedizione di cui faranno parte cinque 'italiani': Burdisso, Denis, Lavezzi, Carrizo, J. Zanetti. Per favore: non deludetelo e non deludeteci. Perché a noi questo nuovo Maradona piace. Alla faccia di Pelè.

martedì 4 novembre 2008

Governo contro lo sport per tutti, 95 mln di euro in meno in Finanziaria

Non solo scuola, università e sanità pubblica. La scure del Governo si sta per abbattere anche sullo sport. Non è una novità, certo. Già nelle scorse settimane Petrucci, presidente del Coni, si era detto molto preoccupato e aveva esortato l'esecutivo a ripensarci. Senza quei soldi, disse allarmato, saranno gli sport minori a pagare il prezzo più salato. Ma non solo. C'è anche la questione dello sport amatoriale e dilettantistico, un mondo che già prima degli annunciati tagli non se la passava un granché bene. Il problema è noto: la carenza e fatiscenza degli impianti sportivi. Una questione, che come disse il ministro, nonché rappresentante del Governo in carica, Giorgia Meloni (non più tardi di un mese fa, durante una tavola rotonda sul tema della destinazione del Foto Italico) "è un'emergenza Nazionale". Un mese dopo, non solo non si parla più di allarme e di emergenza impianti, ma si taglia tutto il tagliabile, come ha denunciato il presidente dell'Us Acli, Alfredo Cucciniello: "Il Governo ha tagliato in un colpo solo in Finanziaria 95 milioni di euro destinati proprio allo sport di cittadinanza, lo sport di base destinato alla salute, all'educazione e all'integrazione sociale soprattutto di bambini, ragazzi e anziani".
E dunque, che fare? Scendere in piazza per lo sport come fanno gli studenti e i docenti certo non si può. Ma mi piacerebbe vedere tutti gli atleti professionisti, star del calcio compresi, compatti a difendere per una volta, non il loro stipendio, ma lo sport per tutti.

Aggiornamento 7/11/2008: L'allarme di Carlo Tavecchio. Il presidente della Lega Nazionale Dilettanti e vice presidente Figc, Tavecchio, ha denunciato i tagli che si appresta a varare il Governo. Per leggere le sue dichiarazioni clicca qui.