sabato 25 settembre 2010

Lo sciopero dei milionari

Vacanze lunghe. Il calcio, intanto, ha ripreso a rotolare. Come sempre. Tanto per iniziare, abbiamo scelto la notizia più bizzarra di queste settimane: lo sciopero dei calciatori. Anzi: il mancato sciopero, visto che oggi e domani si gioca. Ma facciamo un passo indietro. Nelle settimane scorse l'associazione calciatore (Aic) ha indetto uno sciopero per la quinta giornata di campionato. Motivo: "I calciatori non vogliono più essere trattati come oggetti". Non stivali rotti, beninteso, ma pezzi di gioielleria da maneggiare con cura. Sono otto, secondo quanto riportato da "Calciopro.com", i punti della discordia. Due i più controversi: i trasferimenti e le cure mediche.
Sui trasferimenti. Secondo la Lega un calciatore non può rifiutare il passaggio ad un club dello stesso "livello" di quello in cui si trova e che gli garantisce pari condizioni economiche. Insomma: non vogliono che si ripeta un altro caso Pandev o Baptista. L'Aic, invece, pensa che i calciatori possano accasarsi dove vogliono, anche se per il club ciò comporta un minore compenso per la vendita del cartellino.
Sulle cure sanitarie. Per l'Aic i calciatori possono farsi curare da chi vogliono. Stregoni compresi. La Lega invece è contraria.
Noi de Laleggendadelcalcio non condividiamo le ragioni dell'Aic. Non perché abbiamo paura che il barnum pallonaro possa fermarsi e portare disordine sociale, come ha paventato nei giorni scorsi il presidente del Coni Gianni Petrucci. La questione è un'altra e riguarda le centinaia di migliaia, se non i milioni, di euro di stipendio percepito dai calciatori. Nonostante la normativa, che va ripensata, i calciatori non sono operai. Il loro girovagare tra una squadra e l'altra non è affatto simile alla vita di un pendolare costretto a sbarcare il lunario. Non diciamo altro, altrimenti c'è il rischio di diventare fin troppo retorici. Il risultato comunque non cambia: siamo di fronte a uno sciopero da operetta, una diatriba tra milionari (calciatori e società di calcio), che può interessare gli amanti del gossip, non chi vive il "mondo reale". E chi vi si riconosce è perduto!