martedì 30 giugno 2009

Processo Calciopoli. Moggi: "Pronto a tornare"

Il ritorno di Moggi al calcio sarebbe una notizia se lui e la sua cricca ne fossero stati fuori in questi anni...

Cessione Roma, Fioranelli smentisce suo avvocato

Cose incredibili. Che possono accadere solo a Roma. Anzi: alla Roma. Continua infatti la telenovela della cessione della società giallorossa di proprietà dei Sensi - anche se pare che già da tempo i veri proprietari siano altri, e cioè le banche - che, secondo la gran parte della stampa nazionale, dovrebbe passare in mano a Vinicio Fioranelli, agente Fifa a capo della Fio Sports Group. Ieri, il suo avvocato, tale Nicola Irti, ai microfoni di Sky sport, ha accusato le banche (Unicredit e Mediobanca, ndr) che "non vogliono far comprare la Roma alle persone oneste". Immediata la presa di distanza da parte della Fio Sports Group che in un comunicato ha fatto sapere: "Vogliamo riaffermare che abbiamo avuto e continuiamo ad avere rapporti positivi e costruttivi con tutte le istituzioni bancarie collegate alle nostre iniziative e al dichiarato interesse per l'acquisizione di una partecipazione alla Roma". Secondo osservatori che seguono da tempo l'affaire giallorosso, il comunicato della Fio di Fioranelli avrebbe un solo scopo: calmare le acque per non compromettere la trattativa con le banche per la cessione della Roma. Inoltre, sempre secondo gli analisti, il turbolento andamento del titolo in Borsa è il segnale che la cessione sia davvero imminente. Il nostro scetticismo su tutta la vicenda, comunque, ancora non è venuto meno...

venerdì 19 giugno 2009

Coni: Previsti per prossima stagione sportiva 1421 nuovi atleti extracomunitari

(da Stranieri in Italia)
Saranno 1421 gli atleti extracomunitari che potranno entrare in Italia per la stagione 2009-2010. Il tetto (74 ingressi in meno rispetto alla scorsa stagione) è stato proposto ieri dalla giunta e approvato oggi all’unanimità dal consiglio del Comitato Olimpico Nazionale Italiano.

È il primo passaggio dello speciale decreto flussi per gli sportivi stranieri: che siano idoli delle folle o brocchi di bassa categoria, le leggi sull’immigrazione valgono infatti anche per loro. Solo che, anziché dal governo, la programmazione annuale viene fatta dal Coni.

I 1421 ingressi approvati oggi, dovranno comunque avere anche il via libera del ministro per i beni e le attività culturali, che firmerà il decreto. Sarà però di nuovi il Coni ad occuparsi della distribuzione delle quote tra le varie federazioni (quante andranno all’atletica leggera? quante al calcio? ecc.) cercando anche, come prevede il Testo Unico, di “assicurare la tutela dei vivai giovanili”.

Le società sportive che vogliono portare atleti stranieri (professionisti o dilettanti) in Italia, potranno presentare le domande alle loro federazioni. Quando arriverà l’ok di Coni e Questura, l’atleta avrà un visto d’ingresso e, una volta qui, il permesso di soggiorno.

giovedì 18 giugno 2009

Corvino: "Le bandiere non esistono, clausole rescissorie per tutti", Antonioni: "E' solo un modo per tutelarsi di fronte a eventuali cessioni"


Pareva un'invenzione geniale. Invece è solo l'ennesimo escamotage per difendere l'immagine e la quiete del club qualora decida di vendere un proprio 'gioiello' al miglior offerente. Le dichiarazioni del ds della Fiorentina, Pantaleo Corvino ("Clausole rescissorie per tutti- ha detto- per dare a chiunque la possibilità di andare via. Ormai è inutile rimanere ancorati a vecchi amori per la maglia"), sono state annunciate un po' dappertutto come una rivoluzione, un nuovo stile manageriale, il futuro del rotondoiatrico mondo pallonaro. Eppure tali clausole esistono da sempre. In Spagna, addirittura, non c'è giocatore che non ne abbia. Dunque, e come al solito, la verità è da un'altra parte. A dircela, la verità, è stata una delle grandi bandiere viola, il Campione del Mondo Giancarlo Antonioni, che alla Adnkronos ha detto: "Io sicuramente sarei rimasto alla Fiorentina a prescindere da clausole rescissorie. Le dichiarazioni di Corvino- ha aggiunto- sono diplomatiche. Non è vero che le bandiere non esistono più: guardiamo Totti, Maldini o Del Piero. Il punto è che la società vuole tutelarsi in caso di eventuali cessioni illustri ed evitare le proteste di tifosi: se il club dovesse vendere Felipe Melo a 20 milioni, potrà comunque dire che è stata colpa della clausola rescissoria. Se un meccanismo del genere fosse stato inserito in passato le situazioni non sarebbero comunque cambiate. Se la clausola ci fosse stata ai tempi di Baggio, non sarebbe cambiato niente. La Fiorentina non ha invento niente- ha concluso Antonioni- la clausola rescissoria esiste in Spagna e in Europa da decenni".

mercoledì 17 giugno 2009

Giocatori Iran protestano contro Ahmadinejad in match contro Corea del Sud


Alcuni giocatori della nazionale di calcio iraniana, impegnati oggi a Seul in una partita con la Corea del Sud per la qualificazione ai prossimi campionati mondiali, sono scesi in campo con fasce verdi al polso o al braccio. Secondo la CNN: "Un chiaro segno di sostegno per il riformista Mir-Hossein Mousavi e per la battaglia politica che sta conducendo in questi giorni contro la rielezione di Mahmoud Ahmadinejad alla presidenza della Repubblica Islamica". Il verde è infatti il colore usato da Mousavi nella sua campagna elettorale, sventolato dalle decine di migliaia di persone che in questi giorni sono scese in piazza a Teheran. La CNN ha precisato tuttavia che nessuna spiegazione è arrivata dalla squadra in merito alla fascia indossata intorno al braccio, poi tolta negli spogliatoio durante l'intervallo.
Non è la prima volta che vicende politiche entrano nello sport. Il fatto più eclatante che torna alla memoria avvenne nel 1968 ai giochi olimpici di Città del Messico, quando Tommie Smith e John Carlos, primo e terzo nella finale maschile dei 200 metri, sollevarono il pugno guantato di nero, portando il Black Power dentro il recinto sacro dello sport. Con quel gesto entrarono nella storia, nella memoria e nei poster di una generazione, pagandolo però con l'isolamento e l'ostracismo per tutta la vita.

(Per leggere la notizia sulla CNN clicca qui)

Calciopoli II. Depositate motivazioni sentenza Carraro: "Non aveva interesse a favorire Lotito"

"Reiterati errori arbitrarli in danno della Lazio. L'effettivo valore delle espressioni adoperate in conversazioni telefoniche in correlazione con altre ritenute significative. L'insussistenza dell'interesse personale indicato quale possibile causale della frode sportiva in favore del Lotito. Il potere di controllo del presidente della Figc sulla regolarità delle attività arbitrali". Sono solo alcune delle motivazioni con cui la Corte di Cassazione ha confermato la decisione del gup di Napoli (era il 3 ottobre 2008) di archiviare la posizione dell'ex presidente di tutto Franco Carraro. "Le risultanze delle intercettazioni telefoniche e gli altri elementi indicati dal pm a sostegno delle accuse di frode sportiva- scrive la Cassazione- sono state inquadrate dalla sentenza in un contesto di altre risultanze o elementi di valutazione che elidono, sminuiscono o contraddicono logicamente il valore indiziario attribuito ai primi".

giovedì 11 giugno 2009

Barca: "Dove li ha presi tanti soldi il Real Madrid? Non certo dalla vendita di magliette"

Dopo Kakà anche Cristiano Ronaldo va a Madrid. E i tifosi madridisti esultano e fanno caroselli per le strade come se avessero vinto un trofeo; la stampa spagnola elogia l'operato di Florentino Perez e mostra l'orgoglio di una Nazione che per una volta desidera sentirsi tale, lontana da regionalismi e divisioni che vorrebbe spezzarne l'unità. Giusto così? Ma nemmeno per sogno! C'è chi non si fa problemi a spargere un po' di veleno, criticando la stratosferica campagna acquisti dei bianchi di Madrid. "Non so da dove vengano i 300 milioni che Florentino Perez pensa di investire nei trasferimenti- ha detto il dirigente dell'area economica del Barca Xavier Sala i Martin- Lui dice che li recupererà vendendo magliette, ma per riuscirci dovrà venderne 30 milioni. E' una cosa impossibile. Come è possibile - ha aggiunto Sala i Martin - che una squadra di calcio ottenga tutto questo denaro nella attuale situazione economica del paese e con la politica di stretta creditizia che stanno seguendo tutte le banche?". Il dirigente del Barca ha quindi assicurato che "noi non pagheremo 65 milioni per un giocatore. Per questo prezzo abbiamo comprato tutta la squadra che ha vinto la Champions a Roma". Orgoglio azulgrana.

martedì 9 giugno 2009

Kakà al Real, la protesta corre sul web


(Fonte: Dire)
La strada è virtuale, le urla silenziose. I tifosi del Milan s'aggrappano al web quando Kakà non è già più un giocatore del Milan. La rete raccoglie di tutto, da facebook ai forum: non va giù a nessuno la cessione al Real. Le manifestazioni e gli striscioni lanciano ormai messaggi nel vuoto. Il gruppo aperto su Facebook è giù scaduto: “Kakà lo compriamo noi tifosi. Giù le mani da Kakà”. Quasi 50.000 iscritti. Troppo tardi. Al tam tam mediatico non resta che la protesta fine a se stessa. Cominciata a cose non ufficiali, con una manifestazione sotto la sede del club, in via Turati, a Milano. Al grido di “Kakà è una bandiera”, hanno immediatamente rintracciato i colpevoli: Adriano Galliani e Silvio Berlusconi. "Se vendi Kakà, vendi la società", "Presidente: prima tante soddisfazioni, ora tante delusioni", "Società, stai perdendo la dignità", "In un mese hai perso moglie, tifosi e Kakà, papi vendi la società". "Chi vende Kakà ce la pagherà".
Più chiari di così. Tutto inutile, come se l'affare mancato a gennaio con il Manchester City fosse stato merito loro, dei sit-in sotto casa del brasiliano. La realtà è un'altra, ed arriva nascosta dalla notte italiana: Kakà parla da giocatore del Real Madrid dal ritiro del Brasile. Il tifoso innamorato e deluso fa ancora sconti all'idolo, non a chi l'ha venduto: lui è stato "costretto ad andare via". Uno dei leader storici della Curva sud, Giancarlo Capelli, la spara lì: "Me lo ha detto lui stesso al telefono. Abbiamo parlato circa cinque minuti e mi ha detto che si è sentito abbandonato dalla società. Mi ha detto che voleva restare, ma il Milan lo ha messo in vendita". Sul web il concetto è lo stesso, solo un po' più ad effetto: "Pensavo che il diavolo non potesse vendere la sua anima invece mi sbagliavo". Anzi, la parola scritta è sacra, e buona per il rinfaccio: "Kakà e il Milan hanno già risposto al Real Madrid in passato. Non vedo alcuna ragione per cambiare questo atteggiamento', queste le dichiarazioni di Berlusconi il 23 gennaio 2009... Silvio ma ci prendi per il culo?". E poi valgono i fatti, c'è chi ha già mandato disdetta dell'abbonamento pubblicando il fac-simile on line: "Il sottoscritto ***, residente a *** (Mi) in via ***, richiede gentilmente che non vi sia nessun rinnovo automatico dell’abbonamento calcio easy pay in scadenza...". Fino all'offesa finale, o presunta tale: "Berlusconi interista, Galliani juventino". E Kakà madridista...

Banane contro Balotelli

Mario Balotelli ancora oggetto di gesti razzisti. Dopo i buuu che spesso vengono lanciati al suo indirizzo dagli spalti degli stadi italiani, stavolta il teatro della "contestazione" all'attaccante dell'Inter è stato un quartiere di Roma, sabato sera, dove il giocatore stava passando qualche ora in libera uscita dagli impegni con l'Under 21 insieme ad alcuni compagni. Mentre consumava un aperitivo, una decina di ragazzi lo ha attaccato verbalmente e poi gli ha lanciato delle banane. All'arrivo della polizia Balotelli ha chiesto solo di essere spostato da dove si trovava, senza sporgere denuncia per quanto accaduto. "Il ragazzo si sta comportando in maniera egregia, sia in ritiro che nell'occasione specifica avvenuta ieri- ha detto il ct dell'Under 21, Gigi Casiraghi- non rispondendo alle provocazioni verbali e minimizzando lui per primo l'episodio".

(Fonte: Dire 7 giu.)

lunedì 8 giugno 2009

Crisi, il calcio non se ne accorge

Secondo una ricerca di Deloitte, nonostante il momento delicato dell'economia mondiale, il giro d'affari nei principali campionati, serie A compresa, è in grande crescita

(Fonte: La Repubblica del 4 giu.)

Il calcio vive una situazione inversamente proporzionale al momento dell'economia mondiale. Questo almeno è quanto emerge da uno studio di Deloitte (la note azienda di servizi di consulenza). In C'è crisi, eppure crescono i ricavi della Premier League inglese, ed anche il giro d'affari della serie A italiana. Secondo Deloitte, nella stagione 2007/2008, le entrate dei club del massimo campionato inglese sono stimate in 2,4 miliardi di euro. Il giro d'affari della Premier League è maggiore di circa un miliardo rispetto a quelli della Liga spagnola e della Bundesliga tedesca. La serie A è il campionato che nella stagione 2007/2008 è cresciuto di più in termini di entrate, soprattutto grazie al ritorno in serie A della Juventus.

UN MILIARDO IN PIU' - Il totale nella massima serie è stato di 1,4 miliardi di euro, con un aumento di circa due terzi rispetto alla stagione precedente. I diritti televisivi hanno garantito ricavi per 863 milioni, mentre gli stadi hanno generato solo 185 milioni di euro. In questo, l'Italia è in forte ritardo rispetto ad altri paesi come la Spagna e l'Inghilterra: il Real Madrid da solo, infatti, incassa oltre 100 milioni di euro, il Manchester United fino a 128 milioni di euro. Complessivamente, il calcio in Europa ha un fatturato di 14,6 miliardi di euro, un miliardo in più rispetto all'anno precedente.

PIU' ALTI GLI STIPENDI - Cresciuti anche gli stipendi pagati nei cinque più importanti campionati del Vecchio Continente: spesa complessiva di 4,8 miliardi di euro, 588 milioni di euro in più (14%) rispetto al 2006/2007. Aumenti significativi negli stipendi sono stati registrati nella serie A (250 milioni di euro), e nella Bundesliga (105 milioni di euro). I principali fattori che hanno determinato una crescita di un miliardo del mercato europeo del calcio rispetto allo scorso anno sono l'incremento pari a 0,7 miliardi di euro dei ricavi delle prime cinque grandi Federazioni europee, che hanno raggiunto i 7,7 miliardi, e l'organizzazione degli Europei del 2008.

LA SPAGNA RAGGIUNGE LA GERMANIA - "La continua crescita dei ricavi di Real Madrid e Barcellona, rispettivamente la prima e la terza squadra al mondo, hanno consentito alla Liga spagnola di raggiungere la Bundesliga tedesca al secondo posto in classifica (entrambi con 1,438 miliardi di euro, ndr)", spiega Dan Jones, partner dello Sport Business Group di Deloitte. "La serie A segue a breve distanza (1,421 miliardi di euro, ndr). Ci aspettiamo che la vittoria della Champions League da parte del Barcellona possa contribuire all'ascesa della Liga al secondo posto nella stagione 2008/2009".

CRESCE LA SERIE A - Dario Righetti, partner di Deloitte e responsabile del Consumer Business in Italia, aggiunge: "La serie A si distingue per essere la federazione a più veloce crescita a livello europeo. Infatti, i ricavi totali sono cresciuti di 357 milioni di euro (+34%) raggiungendo quota 1,4 miliardi". Il fatturato della serie A è aumentato su tutti i fronti: + 33% dai diritti televisivi (incremento di 215 milioni di euro fino a quota 863 milioni), +31% dalla vendita dei biglietti (pari a 44 milioni di euro fino a toccare quota 185 milioni), +36% per i diritti commerciali (98 milioni di euro fino a quota 373 milioni).

TREND POSITIVO - Tenendo in considerazione la resistenza alla crisi economica manifestata dal mondo del calcio, Deloitte si aspetta, per le maggiori squadre europee, una crescita dei ricavi nella stagione 2008/2009 che dovrebbe proseguire in quella 2009/2010, sebbene a tassi meno significativi. "La contrattazione collettiva dei diritti tv nella serie A dalla stagione 2010/2011 - aggiunge Righetti - ridurrà la polarizzazione dei ricavi tra le prime e le ultime squadre della classifica. Si ridurranno i ricavi delle squadre più importanti, anche se nel lungo periodo ne beneficerà tutto il settore".

LA QUESTIONE STADI
- "Gli stadi di proprietà continuano a rimanere un'ottima strategia di crescita", prosegue Righetti. "Uno dei punti deboli delle squadre italiane è il principale indice di performance finanziaria delle squadre di calcio (stipendi/ricavi) che colloca i club italiani fra i peggiori d'Europa. Infatti, la serie A italiana si attesta al 68%, in peggioramento rispetto all'anno precedente (63%). Pertanto, in considerazione della difficoltà ad aumentare i ricavi, è essenziale ridurre i costi operativi e aumentare gli investimenti nei settori giovanili".