sabato 10 novembre 2007

2010: l'anno del contratto tv



Con un fondo su "La Gazzetta dello Sport", Ruggiero Palombo ha annunciato che grazie al D.Lgs varato ieri dal Consiglio dei ministri per la ripartizione dei diritti tv, da luglio 2010 il campionato di calcio sarà per tutti i partecipanti "ad armi un po' più pari". "Se tutti- ha precisato Palombo-, legislatori, dirigenti del calcio, televisioni, avranno compiuto per intero il loro dovere, quel giorno (il 1 luglio 2010 ndr) per la serie A comincerà una nuova era. Fatta di maggiore equilibrio e della possibilità, se non di sognare scudetti, di competere ad armi un pochino meno impari. Questo è un primo importante passo nella direzione giusta". Non so ancora dire se il testo approvato produrrà sostanziali cambiamenti nel calcio, verso un maggiore equilibrio, ma posso convenire con l'autorevole editorialista della Gazzetta che questa è, o sarebbe, la strada giusta da percorrere. Perché al di là di interessi di parte, il calcio, in ogni suo aspetto, è un gioco di squadra. E un campionato non lo giocano solo Juve, Inter e Milan, ma tutte le formazioni iscritte alla serie A. E queste hanno il diritto di non essere solo sparring partner di turno contro le più blasonate avversarie, ma devono avere almeno una chance di vittoria. E la cosa può accadere solo allocando le risorse economiche, come credo tutti abbiano capito da tempo. In linea di principio il discorso fila. Ma in Italia, si sa, le cose non sono mai quelle che sembrano. Così Maurizio Galdi, sempre sulla Gazzetta, ha spiegato che nei prossimi due anni, cioé durante il c.d. periodo transitorio, "dovrà essere trovato un accordo per la spartizione dei diritti tra la serie A, la serie B e la mutualità verso i vivai". Un accordo che non sarà poi così facile da raggiungere, tanto che Mario Moroni, consigliere federale per la serie B, ha già lanciato un grido d'allarme sul futuro della B. "La serie B rischia il fallimento- ha detto Moroni a Gazzetta senza usare mezzi termini- e il governo deve prendersi la responsabilità di ciò. Vuole che scompaia il calcio nell'Italia dei cento campanili? Spero di no...". A questo punto c'è da chiedersi come il governo risolverà l'impasse. Non conosco il futuro e non ho una risposta certa. Ma scommetteri qualche euro che il governo italiano, piuttosto che filare dritto per la sua strada, seguirà la via più praticata nel Belpaese: quella del compromesso. Un sentiero dove talvolta per non scontentare qualcuno si scontentano un po' tutti.

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