"Senza intercettazioni, il processo a Calciopoli non ci sarebbe mai stato". Questo il lead dell'articolo di Alberto Custodero su La Repubblica con le dichiarazioni del presidente dell'Anm (Associazione Naz. Magistrati) Luca Palamara, pm nel processo Gea. Nell'intervista Palamara spiega quali implicazioni produrrebbe l'approvazione del disegno di legge del Governo che limita le intercettazioni telefoniche ai soli reati con pene superiori ai 10 anni di reclusione. "Non si potrebbero- aggiunge il pm- perseguire più molti reati importanti, dalle scalate bancarie tipo il processo Unipol-Bnl. E salterebbero anche le indagini su insider trading, bancarotta, rapina semplice, usura, estorsione e anche l'associazione per delinquere semplice (cioè non di stampo mafioso, ndr), quella che è stata contestata al mio processo sulla frode sportiva nel mondo del calcio". Un grido d'allarme che certamente non verrà raccolto dal presidente Berlusconi, che nei giorni scorsi ha affermato che su questo tema non accetterà intoppi (chissà poi perché tanta fretta, visto che la questione principale, ora, è di ritardare i processi, anzi il suo di processo: a Milano, infatti, la sentenza sul caso Mills ha avuto una brusca accelerata e lì, il nostro presidente, rischia 6 anni di reclusione - in tal senso qualcuno vocifera che il governo abbia intenzione di riproporre, riveduto e corretto, il famoso lodo Schifani -), né dietrofront di alcun tipo, come accaduto per il decreto salva Rete4 ( inserito in un decreto per rendere esecutive alcune disposizioni UE poi bocciato in Parlamento). Eppure il discorso di Palamara fila a meraviglia. Il magistrato non nasconde però i problemi che l'abuso delle intercettazioni ha prodotto in Italia, come la violazione della privacy. Per lui la questione si può risolvere usandole in modo corretto, seguendo ciò "che l'attuale codice di procedura penale già prescrive". "Se indago per una rapina- prosegue il presidente dell'Anm- e se dalle telefonate mi rendo conto che l'indagato, sposato con figli, ha una relazione gay, devo evitare che questo fatto rientri nella trascrizione delle telefonate.(...) Vanno pubblicati solo fatti attinenti alle indagini". Un discorso che non offre soluzioni, ma che richiama al rispetto delle regole vigenti, che nei fatti, però, a mio modo di vedere, produce un'impasse difficilmente risolvibile, proprio perché sono stati gli stessi magistrati ad abusare della legge che ora vogliono difendere. In generale il discorso di Palamara è condivisibile perché non si può con un colpo di spugna limitare uno strumento tanto prezioso per le indagini e che ha prodotto così proficui risultati, ma resta il problema di quali soluzioni adottare per far rispettare la legge sulla privacy. Infine una battuta sull'autorizzazione a intercettare, che secondo il ddl del governo non spetterebbe più al gip, ma ad un collegio del tribunale composto da tre giudici. "Dal '99 il nostro ordinamento- conclude il magistrato- ha deciso di introdurre il giudice unico. E' mai possibile che implichi una maggiore responsabilità la decisione di concedere l'ascolto di una telefonata rispetto a quella di condannare all'ergastolo un omicida?".
Problemi questi che non hanno sfiorato Lucianone Moggi. Ieri, intervistato nella sede de Il Tempo (della serie: per qualche copia in più!), Lucky s'è detto completamente d'accordo col ddl Berlusconi. Ci mancherebbe... una vittima come lui... "Sono stato una vittima delle intercettazioni, manderei in galera chi le utilizza- ha detto Moggi a Il Tempo-. (...) Sono cose che si possono capire soltanto quando si è tirati in ballo in prima persona. Quando ho avuto le prime avvisaglie non mi rendevo conto, poi ho vissuto un mese della mia vita terribile: per andare avanti mi sono aggrappato alla fede. (...)Mi chiedo quanto costino allo Stato italiano queste intercettazioni: c'è qualcuno che dovrebbe vergognarsi, nessuno si vergogna, eppure sono cose che hanno fatto".
(fotomontaggio tratto da: http://sportemotori.blogosfere.it)
giovedì 12 giugno 2008
Intercettazioni: fra diritto di cronaca, privacy e... Calciopoli
alle 15:17
Etichette: Calciopoli, Intercettazioni, Luca Palamara, Privacy
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