venerdì 10 ottobre 2008

Uscire dalla crisi è possibile?

Crisi sempre più nera. Sì, ma come uscirne? Massimiliano Nerozzi di "La Stampa" ha chiesto a due professionisti di marketing sportivo, ovvero Mauro Mottini di Infront e Luca De Ambrogio di Spotfive, cosa ne pensano in un articolo che potete leggere in versione integrale cliccando qui.

"I marchi aziendali stampati sulle maglie delle squadre fruttano più quattrini in Germania e Inghilterra che nel Bel Paese. In Italia, secondo un’analisi di StageUp Sport&Leisure Business, i club che partecipano alla serie A quest’anno raccolgono in media dagli sponsor principali 3,9 milioni di euro. Va meglio alle società della Bundesliga, la cui raccolta media oltrepassa i 6,9 milioni di euro e a chi sta in Premier League, che guadagna poco oltre i 5 milioni di euro. Più staccata la Liga spagnola, con un ricavo medio di 2,9 milioni e la Ligue 1 francese con circa 2,5 milioni a sponsor. Il settore che versa di più è quello automobilistico, con quasi 24 milioni di euro su tre club: New Holland per la Juve, Pirelli per l’Inter e Toyota per la Fiorentina". "In futuro potrebbe andare peggio, non senza speranza però: «Sicuramente l’impatto può essere negativo - ha spiegato Mauro Mottini, direttore marketing di Infront, società che gestisce i diritti media sportivi (per l’Italia, l’ex Media Partners) - perché è chiaro che le sponsorizzazioni possono risentire di questa crisi. Che potrebbe però trasformarsi in un’opportunità, soprattutto per quelle sponsorizzazioni abbinate a un progetto di comunicazione intergrata». Molto dipenderà, insomma, anche da come si procederà: «Penso all’esempio delle Olimpiadi di Torino, dove non solo c’è stata la presenza di un marchio, ma di un progetto di sponsorizzazione. Non è che vedevi sempre il marchio Coco-Cola sulle piste, però al logo venivano associati i valori dell’avvenimento». Crisi controllabile anche per Luca De Ambrogio, ad di Sportfive, società di gestione di marketing sportivo, che lavora con Juve (per il nome dello stadio), Atalanta e Sampdoria: «Sul breve periodo l’impatto della crisi economica sulle sponsorizzazioni nel calcio può essere senz’altro negativo, ma sul medio-lungo peridio potrebbero aprirsi nuove tipologie di opportunità. Nuovi raggruppamenti di industrie o banche avranno bisogno di visibilità». Anche se la situazione italiana proprio non aiuta: «Si dovrebbe cambiare radicalmente l’immagine del calcio italiano, con gli stadi di proprietà, per esempio, così da renderlo più attraente per gli sponsor e dargli maggiore valore». Per dire: l’Arsenal ottiene ormai la metà del proprio fatturato (sui 246 milioni di euro) dagli introiti collegati allo stadio, per i club italiani vale il 15%".

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