venerdì 10 ottobre 2008

Diritti della Coppa Italia e Rai. Non sarebbe l'ora di divorziare?


Asta per la Coppa Italia: la Rai offre 6 milioni, la Lega Calcio ne chiede 14. In proposito ha scritto Fulvio Bianchi: "Antonio Matarrese sarà costretto ad avviare una trattativa privata, ma siccome l'unica emittente interessata pare proprio la Rai, ecco che non sarà semplice arrivare almeno a quota dieci milioni".
E mi chiedo, perché la Rai dovrebbe finanziare il Calcio (in questo caso la Coppa Italia) oltre la misura stabilita dalle leggi di mercato? La differenza tra i sei milioni offerti e la probabile chiusura a dieci, cioè quattro milioni di euro, non possono essere definiti anch'essi 'aiuti di stato'? Se Mediaset si tiene alla larga dall'asta, non sarà forse perché ai suoi sponsor della Coppa Italia non gliene frega niente?
E' tempo che il calcio italiano si dia una ridimensionata. Se è in grado come sistema di generare profitti bene, altrimenti è inutile ingrassare questi miliardari a spese anche del contribuente. I regali della Rai, così come quelli del governo (come il c.d. decreto 'spalmadebiti') e degli altri Enti pubblici (con gli stadi e la sicurezza garantiti anch'essi con denaro del contribuente) al calcio devono finire. Se il Campionato italiano non ha lo stesso appeal della Premiership è inutile gonfiare il sistema con aiuti mascherati. Bisogna farsene una ragione e cercare nuove strategie per far crescere i profitti e/o abbassare i costi.

(Foto della Coppa Italia con in bella mostra lo sponsor Tim, la società di telecomunicazioni del marito di Paola Ferrari, la conduttrice della Domenica Sportiva. Insomma, il solito conflitto d'interessi all'italiana...)

Nessun commento: