domenica 19 ottobre 2008

Ultras Italia / "Ancora una volta l'Osservatorio dimostra di non saper leggere il contesto e insegue l'emergenza"

Intervista dell'amico Francesco Sellari a Carlo Balestri, responsabile del "Progetto Ultrà Uisp"
La partita Italia-Bulgaria, disputata a Sofia sabato 11 ottobre, ha segnato, per la maggioranza degli appassionati di calcio, la comparsa di un fenomeno nuovo: un tifo organizzato al seguito della nazionale. Una sorpresa sconcertante, visto il comportamento vergognoso mostrato da questi supporter. Ne abbiamo parlato con Carlo Balestri, responsabile Progetto Ultrà Uisp.

Come commenti i fatti di sabato?

C'è una rete di tifosi che da circa 5 anni ha cominciato ad organizzarsi per seguire la nazionale italiana. E' il gruppo denominato "Ultras Italia". Si tratta di un fatto inedito. Molti di loro sono accesi nazionalisti e di conseguenza hanno portato un loro "contributo politico". In diverse situazioni, la loro apparteneza politica non si è potuta manifestare in maniera molto evidente. In nazioni come l'Austria, la Germania o l'Olanda le forze dell'ordine sono intransigenti sull'esposizione di simboli inneggianti al fascismo. In Bulgaria, così come in altri paesi dell'Est la situazione è diversa, c'è molta più tolleranza rispetto a queste espressioni politiche, e quindi è stato semplice ottenere una maggiore visibilità.

Mi è sembrato che la reazione generale sia stata caratterizzata da un sentimento di sorpresa. Eppure, come ha scritto Carlo Bonini sul sito di Repubblica, questo gruppo già nel 2005 a Palermo si era trovato coinvolto in episodi analoghi, in occasione della partita Italia-Slovenia.
Le forze dell'ordine sapevano dei precedenti scontri, così come sanno chi sono e cosa fanno questi tifosi. Come al solito hanno aspettato che succedesse il patatrac. Domenico Mazzilli, presidente dell'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive, subito dopo la partita ha detto: "I cori 'Duce-Duce' ed il braccio teso durante l'inno di Mameli in Bulgaria non sono reato.… Io non faccio il sociologo, i reati vanno attribuiti nel Paese in cui avviene il fatto. Fino adesso questo gruppo era rimasto in riga, ora vedremo bene cosa è successo e valuteremo per il futuro".

Ma parliamo anche dei fischi all'inno di Mameli: anche quelli non sono reato, ma se mi permettete non sono educazione…. Come giudichi queste parole?
Sono parole abbastanza inquietanti. Sbarazzarsi così di quegli episodi richiamando il fatto che in quella nazione non costituiscono reato ci fa capire in che mani siamo. Mi riferisco al semplice buon senso così come ad alcune semplici regole che sono alla base di una società democratica. C'è stata una sorta di giustificazione a favore della nostra giurisprudenza, ma anche una deresponsabilizzazione. Come a dire: 'In Italia sappiamo come trattarli, li non erano sotto il nostro controllo'. Ancora una volta l'Osservatorio dimostra di non saper leggere il contesto

Ora si va verso il divieto di trasferta anche per le partite della nazionale...
Si continua a seguire l'emergenza, tra l'altro con una strategia inutile. A Sofia si potevano comprare i biglietti anche senza accordarsi con la Federazione, ma semplicemente andando al botteghino. E per di più si tratta di una risposta che crea problemi a tutti i tifosi. In questo modo si uccide la passione.

Il nazionalismo esasperato di questi tifosi è spesso sinonimo di xenofobia e razzismo. Non è un caso che Marcello Lippi sia stato coinvolto nel progetto di Moni Ovadia di realizzare un dvd sulla Shoah. Tutto ciò accade proprio nella settimana della Fare Action Week.
Action Week quest'anno prevede circa 500 eventi in tutta Europa. Molti nell'Europa dell'est. Per la stragrande maggioranza riguardano il mondo del calcio. Sono iniziative che vanno dalla semplice esposizione di striscioni antirazzisti all'organizzazione di tornei multiculturali con il coinvolgimento dei migranti. Va detto che purtroppo, anche quest'anno, latitano le squadre italiane. L'unica squadra che ha risposto alle nostre sollecitazioni, appoggiando l'Action Week, è stata la Sampdoria. I vertici del calcio italiano continuano a non fare nulla. Lippi ha fatto benissimo ad accettare la proposta di Moni Ovadia. Anche stavolta però non siamo in presenza di un'idea nata all'interno del mondo del calcio.

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