venerdì 10 ottobre 2008

Uli Hoeness, dg del Bayern: "La crisi non riguarderà i grandi club"


Nei momenti di crisi chi ha più risorse diventa più forte. Non so se questa sia una legge, ma certamente è una verità che conoscono bene al Bayern Monaco. Non è un caso, infatti, che Uli Hoeness, direttore generale della società bavarese, intervistato dalla "Bild" in merito allo tsunami finanziario e alle ripercussioni sul calcio, abbia affermato con decisione: "La crisi potrà avere conseguenze ma questo non riguarderà i grandi club". Del resto è abbastanza ovvio comprendere che se uno ha delle riserve economiche in surplus in cassaforte, mentre la gran massa della gente non ha nemmeno l'indispensabile per andare avanti, potrà acquistare a prezzi vantaggiosi merci o immobili o quant'altro. Insomma, potrà concludere buoni affari e arricchirsi ancor di più.
Un discorso semplice, che vale anche nel calcio. In fondo, quanti buoni affari hanno fatto i club italiani comprando giocatori dell'ex Jugoslavia durante la guerra nei Balcani? All'epoca prestigiose società, come la Stella Rossa o il Partizan Belgrado, cedettero campioni a due lire a un po' tutte le squadre italiane. Emblematico il caso di Sinisa Mihajlovic, passato nel '92 dalla Stella Rossa alla Roma per una decina di miliardi di lire (mi sembra 13), che però restarono tutti nelle casse giallorosse almeno fino al '98, quando Sinisa aveva già cambiato casacca un paio di volte (dalla Roma alla Samp e poi alla Lazio). Una data in cui la società di Trigoria iniziò a pagare il club di Belgrado, in modo dilazionato e a una cifra diversa da quella pattuita (evidentemente più bassa).

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