(Curzio Maltese, 26.1.2008, Scandali, affari e misteri tutti i segreti dello Ior", La Repubblica)"Il quarto e ultimo episodio di coinvolgimento dello Ior negli scandali italiani è quasi comico rispetto ai precedenti e riguarda Calciopoli. Secondo i magistrati romani Palamara e Palaia, i fondi neri della Gea, la società di mediazione presieduta dal figlio di Moggi, sarebbero custoditi nella banca vaticana. Attraverso i buoni uffici di un altro dei banchieri di fiducia della Santa Sede dalla fedina penale non immacolata, Cesare Geronzi, padre dell'azionista di maggioranza della Gea. Nel caveau dello Ior sarebbe custodito anche il "tesoretto" personale di Luciano Moggi, stimato in 150 milioni di euro. Al solito, rogatorie e verifiche sono impossibili. Ma è certo che Moggi gode di grande considerazione in Vaticano. Difeso dalla stampa cattolica sempre, accolto nei pellegrinaggi a Lourdes dalla corte di Ruini, Moggi è da poco diventato titolare di una rubrica di "etica e sport" su Petrus, il quotidiano on-line vicino a papa Benedetto XVI, da dove l'ex dirigente juventino rinviato a giudizio ha subito cominciato a scagliare le prime pietre contro la corruzione (altrui)".
mercoledì 30 gennaio 2008
Moggi querela "Repubblica" a "Markette" (per l'articolo sullo Ior di Maltese)
Ospite della trasmissione tv Marckette, Luciano Moggi non ce l'ha fatta a sostenere il ruolo del Buon Samaritano. Nemmeno in uno show presentato da uno come Piero Chiambretti, il "markettaro" che è riuscito nell'impresa di riabilitare Marcello Dell'Utri il 9 gennaio scorso (la, dove anche il Berlusca aveva fallito), e con ospiti non invisi a Lucianone come il direttore di Tuttojuve, Giancarlo Padovan, e l'intramontabile Tonino Carino "da Asgoli". I presupposti insomma c'erano tutti, e il Nostro, per almeno una mezz'ora, aveva pure tenuto la parte. Poi è tornato a indossare i panni che più gli si addicono: quelli di Tano Cariddi de La Piovra (cit. Aldo Grasso). E' bastato guardargli nel portafogli e in un lampo (zac!) la trasformazione è avvenuta. Così, quando Chiambretti, tornato per un nano-secondo Pierino, ha chiesto a Tonino Carino, uno che spenderebbe una parola buona pure per Mastella&Co., cosa pensasse dell'articolo di Curzio Maltese apparso su La Repubblica del 26 gennaio (nel quale il giornalista svela i rapporti che intercorrerebbero tra il nostro e lo Ior, la famigerata banca vaticana, e dove sarebbe celato in un caveau dell'Istituto di credito un "tesoretto" di 150 milioni di euro, frutto di fondi neri provenienti dalla Gea), il buon Tonino ha dato una risposta tra il serio e il faceto, (forse pulcinella scherzando disse la verità?), che ha imbufalito l'ex ferroviere di Civitavecchia. A quel punto il Buon Samaritano ha messo "tarallucci e vino" da parte e con fare minaccioso ha iniziato la solita morale alla rovescia. Al termine della quale ha detto che avrebbe querelato Maltese "se ne esistono i presupposti". E così una gita in famiglia è diventata una faida, con Tonino Carino a chiedere il "perdono" e Moggi a tenere banco davani alle telecamere di La7.
Beh, che dire... povero Lucianone, ultimamente non gliene va dritta una. E chissà se la sua minaccia di querelare "La Repubblica" avrà seguito, anche se non non penso lo farà. Intendiamoci, Moggi può querelare chicchessia, ci mancherebbe. Ma credo che Curzio Maltese, che non è uno sprovveduto così come non lo è il suo direttore Mauro, avrà pur preso tutte le misure del caso (cioè controllato a dovere le fonti) prima di pubblicare un pezzo che attacca lo Ior, che è un pesce mille volte più grande di Moggi. Le rivelazioni sul "tesoretto" della famiglia Moggi, poi, sono (dovrebbero essere) frutto dell'inchiesta giudiziaria di due magistrati romani, Luca Palamara e Maria Cristina Palaia (citati da Maltese nel suo pezzo), proprio sulla Gea World. Un'inchiesta che ha portato in Tribunale (due giorni fa, a Roma, c'è stata la prima udienza) sei imputati - lo stesso Lucky Luciano, il figlio Alessandro, Davide Lippi, Francesco Zavaglia, Pasquale Gallo e Francesco Ceravolo - per associazione a delinquere finalizzata all'illecita concorrenza con violenza e minacce. E come tutti sanno, gli atti di un'inchiesta depositati (per essere visionati dalla difesa) sono pubblici, e se rispondono al requisito dell'"interesse pubblico" possono essere diffusi a mezzo stampa. Comunque, per chiunque voglia farsi un'idea, questa è la parte del testo "incriminata":
alle 01:37
Etichette: clan Moggi, Ior, Maltese, Markette, querela, Repubblica
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