Gianluca Paparesta è stato deferito alla commissione disciplinare nazionale della Figc "per avere prima attivato la dirigenza del Milan per propri interessi connessi alle vicende della società Ital Bi Oil e per aver successivamente omesso di rappresentare ai competenti organi della Figc il particolare interesse che aveva nella vicenda, derivante dal rapporto di affinità con i soci e gli amministratori della predetta società". Oltre a lui il Procuratore Federale ha deferito anche l'ex arbitro Racalbuto ("per aver gettato discredito nei confronti del settore arbitrale"). Del caso si è occupato il Corriere dello Sport di ieri con un articolo non firmato:
"I due deferimenti sono arrivati a sorpresa, perché quei fatti, risalenti alle indagini effettuate nell’estate del 2005 da Francesco Saverio Borrelli e dai suoi uomini, erano stati ritenuti chiusi. La stessa Corte Federale aveva espresso il suo parere, ritenendo che Paparesta e Racalbuto non potevano essere processati neanche dall’Aia in quanto già precedentemente giudicati dalla Procura Federale, cioè dallo stesso Palazzi, che aveva deciso di non procedere. Secondo le norme diffuse dalla stessa Corte Federale, il non deferimento per archiviazione o per caso irrilevante era già un giudizio. Oggi Palazzi, invece, ha deciso di procedere, confermando l’ipotesi che quella norma della Corte Federale non verrà riconosciuta da lui neanche in futuro. Ma per quanto riguarda Paparesta e il deferimento per la famosa telefonata a Meani in cui chiedeva l’aiuto dei dirigenti del Milan è emerso un fatto nuovo: gli 007 federali, infatti, hanno scoperto che uno degli intestatari della Ital Bi Oil (associata dell’Assobiodiesel, società per la quale il direttore di gara aveva chiesto l’intervento) è sua moglie, quindi Paparesta stava chiedendo le attenzioni del Milan per un interesse personale. In quella telefonata erano stati coinvolti oltre all’arbitro anche Meani e Adriano Galliani, ma Palazzi ha ritenuto di dover procedere con il deferimento solo per Paparesta."
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