Si sgonfia il caso relativo alla mancata nomina a presidente del Cnr (Consiglio Nazionale delle Ricerche) di Luciano Maiani, professore di fisica ed ex direttore del prestigioso CERN di Ginevra (guarda post del 22 gennaio). In un'intervista apparsa sul sito SanMarinoNotizie.com, è stato lo stesso Maiani a chiarire che non c'è stato "alcuno stop" da parte del Senato (stop che era stato motivato da alcuni senatori con il fatto che l'ex direttore del Cern avesse firmato la lettera contro la visita del Papa alla Sapienza). "Dopo la mia designazione- ha spiegato il fisico-, la commissione cultura del Senato ha chiesto, giusto una settimana fa, una pausa di riflessione affinchè la nomina avvenisse in un clima di piena serenità e non a ridosso della polemica sulla visita del Papa alla Sapienza". Maiani ha inoltre difeso l'operato di Mussi e dell'ormai ex governo Prodi che, nel caso il Parlamento ratifichi la sua nomina, "per la prima volta da quando esiste il Cnr, non ha fatto una designazione politica". "Come tutti sanno- ha precisato l'esimio professore- il ministro (Mussi, ndr) ha insediato l'estate scorsa una commissione scientifica che ha prima definito i requisiti per il futuro presidente del Cnr, quindi ha esaminato circa 40 curricula di scienziati di grande prestigio e, infine, ha presentato al ministro Mussi una rosa di tre nomi in ordine alfabetico: il mio, quello di Francesco Profumo e quello di Riccardo Cortese. Il ministro ha poi scelto". Il professore, che è anche presidente dell'Istituto di fisica nucleare, ha voluto inoltre precisare che la famosa lettera dei 67 firmatari inviata al Rettore Guarini era stata scritta due mesi prima e che non c'era, da parte sua come degli altri 67, alcuna volontà di censurare il Papa. "Vorrei chiarire- ha spiegato Maiani- che a novembre ho scritto, insieme ad altri colleghi, una lettera al mio Rettore nella quale sostenevo (sostenevamo) l'assoluta libertà della scienza e quindi la non opportunità che una visita del Pontefice coincidesse con l'inaugurazione dell'anno accademico. Quella lettera, ovviamente, la condivido ancora pienamente. E' successo però che la lettera è stata diffusa dai giornali due mesi dopo, in tutt'altro contesto, e facendola passare come una iniziativa per non far parlare il Papa all'università. Questo è sbagliato nel merito- ha concluso- e fortemente riduttivo del discorso che noi volevamo fare. Io sono per l'assoluta libertà della scienza, non per mettere il bavaglio a chicchessia, meno che mai al Papa".
venerdì 25 gennaio 2008
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