Il calcio italiano tira sempre meno. I grandi campioni e perfino le 'stelline' estere lo snobbano (a meno che, come il signor Pato, non ricevano una valanga di dollari). Anche i giocatori italiani ormai hanno capito che "fuori è meglio". Il problema? Ovvio: la mentalità, gli impianti, gli scandali, eccetera. Se restano, come Kakà, Ibra e altri è solo per denaro... anche se pure quello, a esclusione delle tre squadre del Nord, è da un po' che non ne gira...
Tutti scappano, ma non loro: gli "irriducibili" Cragnotti e Gaucci. Il primo, si mormora, sarebbe pronto a tornare in corsa per riprendere la "sua" Lazio. I tifosi della curva Nord farebbero ponti d'oro per riavere l'imprenditore che ha portato la squadra biancazzurra ai vertici d'Italia e d'Europa prima di affossarla sotto un mare di plusvalenze. Bilanci gonfiati talmente tanto da essere diventati esplosivi come un palloncino a cui è stato pompato troppo gas all'interno. Ma al cuor non si comanda si sa, e Lotito a Roma non lo ama davvero nessuno. Forse per quel suo essere un po' cialtrone e 'traffichino' (guarda Calciopoli 1) e non una star dei maneggioni d'alta finanza come è stato Sergio Cragnotti.
Anche Luciano Gaucci, che qualcuno pensa sia in vacanza a Santo Domingo mentre in realtà è latitante nell'isola caraibica (a quanto pare una latitanza d'orata), ha fatto sapere che appena ne avrà la possibilità tornarà, non solo in Italia ma addirittura nel calcio nostrano, sua intramontabile "passione". Più precisamente in quel di Latina, società che milita nel campionato d'Eccellenza, ma che ha uno stadio "da serie C", il "Domenico Francioni" - 8000 spettatori la capienza -, e che attualmente è al 2° posto in classifica dietro al Gaeta.
Se queste sono le premesse, questo 2008 si prospetta davvero interessante... Altro che piedi puliti, qui c'è vento di Restaurazione. Ma del resto, se il Gattopardo è opera d'un solo italiano, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, il gattopardismo non è forse opera degli italiani stessi?
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