martedì 19 maggio 2009

La dirigenza juventina e il benservito a Claudio Ranieri


Un'operazione di facciata. Per rifare il trucco a una dirigenza che ha molto sbagliato sia in sede di calciomercato sia nella comunicazione verso i suoi stessi tifosi (li hanno fatti sognare promettendogli l'impossibile). E scaricare tutte le responsabilità (dal mancato secondo posto all'eliminazione nelle coppe) sull'ex tecnico bianconero Claudio Ranieri. Se non si parte da questa ipotesi non si riesce a comprendere perché un club da sempre attento a ogni minimo dettaglio - il c.d. "Stile Juventus" - abbia deciso di esonerare, a due sole giornate dalla fine del Campionato, il suo tecnico.
Il sistema è semplice. Prima si annuncia un giocatore ambito da importanti club d'Europa come Diego; poi, una settimana dopo, si lascia a casa l'allenatore che ha ottenuto la qualificazione alla Champions (seppur attraverso i preliminari) con una squadra che, obiettivamente, non è che potesse pretendere molto di più; al suo posto ottiene la panchina l'amato, ma inesperto, Ciruzzo Ferrara. Uno che alcuni anni or sono scelse di approdare a Torino - via Napoli - umiliando i tifosi giallorossi che l'aspettavano trepidanti a Fiumicino. Tre passi fondamentali, utili ad alzare l'"indice di gradimento" di una dirigenza che mai prima d'ora era caduta così in basso. A 'rimetterci' sarà il solo Claudio Ranieri. La sua immagine e la sua onorabilità. A cui però non si potrà dire: "povero". La sua sconfitta personale, ne siamo certi, è stata già lautamente ricompensata. A suon di milioni di euro. Se così non fosse, vedremo e sentiremo il veleno spargersi ai quattro venti mediatici.

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