Se già prima non aveva alcuna intenzione di tornare in Italia, ora Giorgio Chinaglia ne avrà ancor meno. Il reato per cui ha deciso di darsi alla latitanza (a New York, dove tra l'altro svolge con successo il lavoro di commentatore per "Sirius Radio", un emittente che si occupa di calcio), l'aggiotaggio s'è trasformato nel tempo in qualcosa di peggio. Fiamme Gialle e Polizia di Roma hanno infatti scoperto che dietro la scalata della Lazio nel 2006 ad opera di un gruppo farmaceutico ungherese c'era un disegno criminoso da parte del clan camorristico dei Casalesi per riciclare denaro sporco. Il nome di Chinaglia figura tra le 10 persone destinatarie dell'ordinanza di custodia cautelare, perché intestatario "di conti correnti italiani ed esteri dove sarebbero dovuti confluire in tre tranche i 24 milioni destinati all'acquisto della società, riconducibili in ultima istanza al clan camorristico, secondo quanto riferito da una fonte investigativa", come ha scritto la Reuters.
Chissà come l'avrà presa l'ex attaccante della Lazio, che intervistato il 29 novembre 2007 dalla gazzetta aveva detto di essere "vittima di un imbroglio, ma presto la verità verrà a galla, io sono innocente". Probabilmente non era questa la verità che si aspettava saltasse fuori. Ora, dopo la multa di 4,2 mln di euro che lo scorso anno gli comminò la Consob per "condotte manipolative sui titoli della SS Lazio", nemmeno le gravi accuse della Procura di Roma riusciranno a smuoverlo dalla sua latitanza dorata nella Grande Mela. Anzi. Lo "scalatore" si terrà ancora più aggrappato alla libertà di cui gode negli Stati Uniti, "dove ci sono persone che credono ciecamente in me e che considerano assurdo tutto quello che mi sta accadendo".Goodbye Mr. Chinaglia, goodbye.
(Foto: Antonio Genova su flickr)
martedì 22 luglio 2008
Goodbye Mr. Chinaglia, goodbye
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