Il caso Paparesta è stato archiviato dalla Procura di Napoli, e ora "l'ex non più ex" arbitro potrebbe tornare a dirigere una partita di calcio. E Collina, che ha un cuore grande (guarda il caso Dondarini indagato anch'egli dalla Procura di Napoli), chissà... magari ci sta già facendo un pensierino. Del resto, il designatore potrebbe rivendicare, vista la moria di buoni direttori di gara, l'utilità di Paparesta, che secondo alcuni addetti ai lavori è considerato un buon arbitro, tanto che prima della squalifica della Caf era pure fischietto internazionale. "Se c'è la possibilità- ha detto Paparesta all'Ansa- torno in punta dei piedi: sono sempre stato fiducioso e rispettoso del lavoro della magistratura, ero certo che sarebbe stata appurata la mia estraneità a qualsiasi ipotesi accusatoria. Ho vissuto con amarezza questi otto mesi, mi sono allenato da solo, ma ora mi sento soddisfatto e rinfrancato per aver chiuso una pagina amara". Per quanto riguarda invece la questione del deferimento da parte della Procura Federale per la faccenda dei rapporti tra Milan e Ital Bil Oil, società in cui figura tra gli intestatari proprio la moglie del Paparesta, l'avvocato Gianluigi Pellegrino ha affermato che "è una blanda accusa che siamo sicuri potrà cadere in fase dibattimentale". Insomma, il brillantinato Paparesta con molta probabilità la farà franca anche stavolta, e non è da escludere un suo clamoroso ritorno sui campi di calcio. Nell'eventualità i più contenti dovrebbero essere Blanc&Cobolli Gigli, felici di ritrovarsi con un altro nemico della Vecchia Signora in circolazione e di poter continuare a inviare missive di protesta a destra e a manca (aldilà delle supposizioni, comunque, non credo che Paparesta possa tornare ad arbitrare, non tanto per l'opposizione dei vertici dell'Aia e di Collina, sempre pronti a tendere la mano agli amici in difficoltà, quanto per le probabili proteste dell'opinione pubblica e, soprattutto, dei tifosi).
Per quanto riguarda il Moggi, invece, pare che ieri sia stata per lui una giornata "costruttiva". E' andato a Napoli per il caso Gea, e alla conclusione del dibattimento ha detto "d'essersi divertito". Poi è tornato a casa e ha scritto un bell'articolo per Petrus contro la nuova dirigenza juventina. Mai stanco, l'ex ferroviere ha intonato il solito refrain. "Con tutto il rispetto per l'attuale management bianconero-ha scritto Moggi-, la lettera aperta alla Figc e all'Aia contiene un paio di omissioni. Cobolli Gigli e Blanc dicono che 'la Juve non puo' continuare a pagare colpe per le quali ha gia' scontato una pena estremamente severa', dimenticando di aggiungere che quelle colpe non sono state provate e che la pena e' stata quindi immeritata: nella sentenza, infatti,- ha concluso- non e' stato accertato alcun illecito". Inutile dire che la storiella delle colpe indimostrate non è vera. Infatti, sebbene non sia stato accertato l'illecito sportivo relativo a una singola partita, due gradi della giustizia sportiva hanno sentenziato che Moggi ha violato l'art.6 (appunto, illecito sportivo) per "aver assicurato un vantaggio in classifica" alla sua Juve (grazie all'amicizia sua con i designatori, assieme ai quali alterò le griglie arbitrali per trarne beneficio) e alla Fiorentina del "pentito" Della Valle, che proprio grazie alle premure dell'ex dg bianconero riuscì a salvarsi dalla retrocessione.
Ma ormai il "liberi tutti" è in atto, e ogni parola dissonante sembra una goccia nel deserto dell'ipocrisia Calcioporcara.
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