sabato 9 febbraio 2008

Sicurezza impianti/Uisp: "E' necessario il rispetto delle norme e la formazione degli operatori”

La vicenda di Alessandro Bini, quattordicenne calciatore morto a Roma per le conseguenze di un trauma toracico causato dall'urto con la maniglia di un rubinetto posizionato a bordo campo, ha riportato all'attenzione dell'opinione pubblica il tema della sicurezza degli impianti sportivi, soprattutto nello sport amatoriale e dilettantistico. "Come in ogni evento traumatico non ci sono parole per giudicare – ha detto Massimo Davi, responsabile "Formazione" Uisp - Sicuramente c'è stata qualche inadempienza o comunque misure al di fuori della legalità. La Federbasket (a differenza di quanto accaduto sul “Sant’Anna”, ndr) ha deciso, come misura minima, che ogni ostacolo sia almeno a 2 metri di distanza dal campo. Questa, che, sottolineo, è una misura minima se si pensa allo slancio e all'impeto dei giocatori, non viene rispettata in moltissimi campi". Fabio Casadio, responsabile "spazio e sport" Uisp, ha invece sottolineato "la necessità di preparare i nostri tecnici, arbitri, dirigenti, mediante la formazione per il primo intervento. Corsi per il massaggio cardiaco e la respirazione artificiale, ma anche per imparare ad usare un defibrillatore". Dello stesso avviso, Massimo Davi: "Il defibrillatore è uno strumento che opportunamente usato può essere davvero utile nel primissimo soccorso, quando ancora non è arrivata l'ambulanza. Come Uisp Emilia Romagna facciamo diversi corsi di formazione affinché ci siano operatori in grado di utilizzare queste attrezzature sul campo. Il problema è che non sempre si ha a disposizione un defibrillatore". E allora non sarebbe utile incentivare l'acquisto di queste attrezzature? "Sicuramente. In Italia siamo ancora nella situazione che prevediamo delle norme ma non facciamo in modo di attuarle realmente, perchè i soggetti interessati non vengono messi nella condizione di poter rispettarle". Il tema della sicurezza è di fondamentale importanza, anche in relazione all'evoluzione odierna della pratica sportiva, ma rischia di divenire un deterrente alla diffusione dello sport. Un aspetto, questo, evidenziato da Casadio: "Io ripenso al passato quando il calcio era giocato nei campetti degli oratori. A quel tempo se da un lato il "meccanismo-sicurezza" era in secondo piano, dall'altro c'erano molte più occasioni per fare attività sportiva. Ciò oggi non è possibile, per ovvi motivi, ma occorre considerare che proprio per le esigenze della sicurezza, si corre il rischio della sedentarietà. Credo allora che sia importante elaborare proposte sportive destrutturate tali da garantire al tempo stesso la sicurezza e la possibilità di praticare sport".
di Francesco Sellari
(addetto ufficio stampa della Uisp - Unione italiana sport per tutti)

1 commento:

fresco ha detto...

A Italo,
che fai mi citi e non me lo dici? ;-)

che sorpresa beccare il tuo blog
cercavo notizie di te per sapere se stavi ancora a Dire

comunque bel blog
ci tornerò spesso
ciao

francesco