"Era il 25 marzo del 2003, Fabiani mi telefona e mi fissa un appuntamento, a Bergamo, di fianco all'hotel Cristal Palace. L'incontro si risolve con poche parole. Mi dice che se mi dimostro loro amico arbitrerò in serie A. Poi promettiamo di rivederci. La seconda volta (il 25 settembre, ndr) ci incontriamo sulla Milano-Torino, all'uscita Greggio. Vuole (Fabiani) condurmi a incontrare il suo uomo (...) andiamo a Torino, direttamente all'hotel Concorde. Lì entriamo direttamente nella stanza 404. Dopo pochi minuti arriva Moggi. Dopo i convenevoli mi dice: "Ti faccio vedere io". Prende un telefonino e chiama a turno i due designatori (Bergamo&Pairetto) coi quali sponsorizza il mio utilizzo come arbitro. Poi mi saluta e mi invita ad ascoltare il suo amico Fabiani. Quando Moggi lascia la stanza, Mariano Fabiani mi dà una scheda telefonica e mi invita a comunicare con lui solo tramite quella".
sabato 9 febbraio 2008
Calciopoli 2. Fabiani, il Mr Wolfe della cupola moggiana
Di Mariano Fabiani si sapeva che era il ds del Messina (attualmente è il dg della Salernitana), ma per i pm Beatrice e Narducci, titolari dell'inchiesta napoletana su Calciopoli, il suo vero lavoro era "risolvere problemi" per conto di Lucky Luciano. Non una semplice "pedina", come si era pensato inizialmente, ma una testa pensante di quella "banda di truffatori" (come Moratti li ha recentemente apostrofati). In pratica, Fabiani, aveva il compito di avvicinare gli arbitri promettendogli una rapida carriera, che si sarebbe concretizzata grazie ai buoni uffici che la sua organizzazione intratteneva con i designatori Bergamo&Pairetto. Era sempre Fabiani inoltre quello che dispensava sim svizzere a destra e a manca per non lasciare tracce in giro, proprio come avrebbe fatto Mr Wolfe.
Secondo i due pm la tecnica era abbastanza consolidata e nel 2003 molti arbitri vennero avvicinati in questo modo. Una "tattica" che il 12 ottobre scorso l'arbitro Nucini aveva denunciato al procuratore federale Francesco Saverio Borrelli, e che l'ottimo Marco Mensurati de La Repubblica ha raccontato (trascrivendo parte di quei verbali) in un articolo del 19 dicembre intitolato Quell'arbitro della stanza 404, che riporto parzialmente:
Oltre al caso di Nucini, Fabiani avrebbe dispensato sim a mezz'Italia. Uno era Romeo Paparesta, sempre nel settembre 2003 (fonte: Il Mattino di oggi), la cui scheda venne poi usata dal figlio Giancarlo per contattare Moggi dopo i fatti di Reggio Calabria (quando il direttore di gara venne chiuso da Lucianone nel suo spogliatoio). Insomma, per Mariano Fabiani l'accusa si aggrava (ora è associazione a delinquere). Ai suoi avvocati il compito di provare l'innocenza del loro assitito. Oppure di tentare di mandare il tutto in prescrizione.
alle 17:58
Etichette: Calciopoli, clan Moggi, fabiani, Moggi, nucini, Paparesta
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