Assolti per non aver commeso il fatto dalla giustizia ordinaria, ma deferiti dalla Procura Federale per aver violato "i principi di lealtà, correttezza e probità in ogni rapporto comunque riferibile all'attività sportiva", come recita l'art.1 del CGS (Codice di Giustizia Sportiva). L'azione intrapresa dal procuratore della Figc Stefano Palazzi contro Milan&Inter, oltre ad avere una valenza simbolica, è un esempio di coraggio sconosciuto nella storia rotondoiatrica di questo Paese. Tra i motivi che hanno spinto il procuratore federale all'inatteso gesto, come ha esemplificato il bravissimo Adriano Stabile di SpySpot, c'è "l'abnorme e strumentale valutazione di alcuni calciatori, plusvalenze fittizie messe a bilancio derivanti cessioni con corrispettivi di gran lunga superiori a quelli realmente attribuibili e manovre contabili finalizzate a far apparire perdite inferiori rispetto a quelle realmente esistenti" (ricordo che all'epoca dei fatti, senza la manomissione dei bilanci, le due società non avrebbero potuto iscriversi al campionato). Deferiti assieme ai club milanesi, ci sono: Adriano Galliani, il vicepresidente nerazzurro Rinaldo Ghelfi e due ex della società interista, Gabriele Oriali e Massimo Moretti.
Prima di concludere, desidero segnalare a tutti i mei lettori il libro scritto dal presidente del Bologna Gazzoni (con l'aiuto di Ivan Zazzamaroni), La Rete (in libreria dal 7 febbraio), in cui il presidente del Bologna spedito in serie B da Moggi&Della Valle, racconta i segreti misfatti del mondo pallonaro e presenta gli "inquietanti documenti che hanno portato al fallimento di Victoria 2000, la holding che controllava il Bologna" (cit. Adriano Stabile, SpySport). Insomma, un nuovo avvincente capitolo, foriero di spunti ne sono certo, della saga Calcioporcara.
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