lunedì 21 aprile 2008

All'Inter lo Scudetto, la Roma ai magnati


Con la vittoria di domenica sul Torino e la battuta d'arresto della Roma in casa con il Livorno, l'Inter ha messo le mani sullo Scudetto. A quattro giornate dalla fine del campionato ora i punti di vantaggio sulla seconda sono sei. Un bel bottino che mette la banda Mancini al riparo da improbabili sorprese. Certo, l'aritmetica non dice che la rimonta sia impossibile, ma i giallorossi, privi di capitan Totti che resterà fuori dai giochi per 4-6 mesi, non sembrano in grado di reggere il passo di una capolista che ha ritrovato gambe e convinzione. Campionato concluso dunque, e inevitabilmente si torna a parlare di calciomercato.
Per la società dei Sensi, più che di calciatori papabili a vestire la maglia giallorossa, si parla insistentemente di un cambio ai vertici. Candidato numero uno era George Soros, anche se le ultime notizie informano di un suo disinteresse maturato venerdì scorso. Ora è invece la volta di uno sceicco di Dubai, Saeed Al Maktoum, anche se la cosa è stata già smentita dalla Italpetroli, società che detiene la quota di maggioranza dell'AS Roma, con un comunicato.
Eppure è da mesi che le azioni dell'AS Roma guadagnano in Borsa ed è chiaro che qualcosa stia per accadere. La Consob inoltre tiene le azioni giallorosse sotto stretta osservazione e ha intimato all'ad Rosella Sensi di comunicare qualsiasi proposta di acquisizione pervenga al club capitolino. Fulvio Bianchi, giornalista di Repubblica, ha dedicato ampio spazio alla cosa sulla sua rubrica SpyCalcio, mentre la Gazzetta dello Sport, che ha fatto per prima lo scoop che accreditava l'interesse di Soros, crede ciecamente nella possibilità di un passaggio di mano della società di Trigoria. Il Corriere dello Sport non è da meno e oggi ha ampilificato l'ipotesi araba, così come un po' tutta la stampa romana. In questo turbinio di voci che si susseguono, la speranza, neanche troppo celata, è che il nuovo proprietario porti denaro fresco da investire, sia per rilanciare un club che nella sua storia ha vinto troppo poco, che il Calcio italiano, sempre più a corto di liquidi e che di anno in anno perde appeal rispetto alla Premier inglese e alla Liga spagnola. Poche le voci dissonanti e che avanzano dubbi, non tanto sull'esistenza di un'offerta quanto sulla volontà da parte di questi magnati di fare una seria politica imprenditoriale. Il primo è stato Lotito, che forse per la sua posizione di presidente della Lazio non è stato ritenuto credibile dai tifosi giallorossi. Oggi invece, si è levata la voce di Abete, il quale ha avanzato dubbi e perplessità proprio sulla serietà di questi nuovi business-man. "Il calcio italiano ha ottenuto tanti successi grazie all'apporto importante di tante famiglie imprenditoriali - ha detto il presidente della Ficg a Radio Anch'io Sport - Non è solo una questione di tradizione, è un fatto oggettivo che va valorizzato. Corriamo il rischio di farci prendere da facili promesse. Ma ogni valutazione va fatta nel contesto specifico. Io non penso che chiunque venga in Italia cambierà questa struttura familiare. Ma la la valutazione va data dai diretti interessati. Nel caso della Roma la famiglia Sensi deve avere la tranquillità per operare nel migliore interesse della società, tra l'altro quotata in borsa. Siamo in una necessità di trovare un equilibrio tra tradizione e successo imprenditoriale. Se ci sono offerte adatte ben vengano. Se vengono imprenditori interessati solo al business si possono avere tante opportunità di crescita, ma anche tante delusioni".
Il compito della pubblica opinione allora dev'essere quello, come del resto dovrebbe sempre essere, di attento e zelante vigilante, affinché le logiche che negli anni scorsi hanno sgonfiato e svilito il pallone non si ripetano. Insomma, che l'informazione sia il cane da guardia e non il servo del padrone.

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