mercoledì 21 maggio 2008

La giustizia italiana spiegata agl'inglesi da Mr. Capello


Gli inglesi cercano in tutti modi di comprendere noi italiani, ma davvero non ci riescono. Un po' per le nostre leggi, che a loro, talvolta, devono apparire incomprensibili; e un po' perché coloro che sono invitati a fornire spiegazioni sul funzionamento della "macchina" burocratica oppure a chiarire lo stato in cui versa la nostra bell'Italia, spesso, per palese incompetenza o per "conflitto d'interessi", non sono certo d'aiuto.
Prendiamo ad esempio l'articolo apparso sulla BBC stamane, intitolato "Capello libero di preparare la partita con gli Usa". "Il manager dell'Inghilterra- si dice nel sommario- Fabio Capello non dovrà partire per l'Italia per parlare con i magistrati il giorno prima dell'incontro amichevole contro gli Usa del 27 maggio". E già qui la cosa fa sorridere. Possibile che i sudditi della Regina abbiano pensato che per far saltare un'amichevole di calcio bastasse un'audizione giudiziaria? Possibile che un sito tanto prestigioso come quello della BBC abbia deciso di fare una notizia su Capello che non va a parlare con i magistrati torinesi per allenare un team alla vigilia di una partita con una squadra come gli Usa? Ma non sottilizziamo. L'articolo prosegue, motivando la novella con una spiegazione che, per la BBC, merita l'incipit della news: "I magistrati di Torino dicono che non è necessaria la presenza del ct inglese, ma basterà una dichiarazione dei suoi avvocati". Certo, alla BBC la cosa dev'essere suonata un po' strana: con ogni probabilità l'autore del pezzo si sarà domandato come mai uno, inquisito per frode fiscale, possa non andare ad un'audizione in cui è egli stesso l'imputato (verrebbe da dire: chi meglio di sé stesso può dimostrare la propria innocenza?) . A quel punto il giornalista, forse un po' scettico, chiede numi a Marco Gianoglio, rappresentate di Capello, il quale, più che una risposta, gli offre la certezza che in Italia le cose girano davvero in modo strano. "La legge (italiana) permette di fare questo", gli spiega Gianogli, il quale, per allontanare ogni sospetto, aggiunge subito dopo: "No, non c'è nulla di negativo in proposito". Dopo le rassicurazioni offertegli, il giornalista BBC cerca di far comprendere ai lettori come vanno le cose in Italia. E si affida alla parola di Capello (si tratta, credo, di vecchie dichiarazioni di Capello, rilasciate dopo lo scandalo che lo ha coinvolto, riproposte ai lettori per aiutarli a comprendere), che ovviamente racconta la sua versione dei fatti. Un punto di vista legittimo tra l'altro, ma chissà che immagine avrà lasciato ai lettori del sito della BBC. Forse quella di una giustizia da Azzeccagarbugli, che per fare una ricerca esplorativa su transazioni bancarie, invece di richiedere documenti, inquisisce a destra e a manca? "Ho assicurato alla FA- aveva promesso Don Fabio- che le mie finanze sono in ordine. Con i miei consiglieri ho sempre condotto transazioni finanziarie con integrità. Io non sono a conoscenza delle cose a cui sarei associato. Ma so che queste inchieste in Italia fanno parte di una ricerca più larga sulle finanze di molti individui molto in vista". Possibile che non sappia quali reati gli vengono contestati? Di solito, finita un'indagine, è la prima cosa di cui un indagato viene a conoscenza. E poi a cosa si riferisce quando parla di "ricerche su persone in vista"? Che io ne sappia, le ricerche si fanno prima e sono segrete. Solo poi uno viene accusato di dovere 5-10 milioni di euro al fisco, proprio come avvenne per Valentino Rossi e altri. E poi ci lamentiamo che gli altri non ci capiscono... ma con tutta la buona volontà, come fanno? Poveri loro che si sono presi un ct italiano, bravo quanto volete, ma italiano. E chissà che non ci stiano già ripensando...

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