Quando sembrava ormai destinato verso altri lidi (forse al Bayern Monaco dove avrebbe ritrovato il connazionale Luca Toni), Gennaro “Ringhio” Gattuso decide di restare a Milano. Il ragazzo di Calabria (nominato Cavaliere della Repubblica dall’allora presidente Ciampi) ha firmato ieri un nuovo contratto, che lo legherà ai rossoneri fino al 2011: avrà 33 anni, un’età ancora buona per restare, se ne avrà voglia, nel magico mondo pallonaro, magari un ritorno nell'amata Scozia. Notizia inattesa, è bene ribadirlo, perché Gattuso di andarsene via dal Milan (che per uno come lui significa una cosa sola: via dal campionato italiano) c’aveva pensato sul serio. A fargli girare la testa non erano stati tanto i 6 milioni di euro che i tedeschi, come s’era detto, erano pronti a offrigli, quanto alcune incomprensioni con la società di via Turati, che con lui, professionista sino al midollo, non s’era comportata in modo corretto, adottando ‘due pesi e due misure’ in tema di ‘permessi’ e libere uscite. Molti crederanno che Ringhio abbia deciso di rimanere al Milan, convinto dal tintinnio dei danari, e non sarò certo io a fargli cambiare idea. Ma per quello che ne so, le cose non stanno così: non sono a conoscenza delle cifre, ma se le parti hanno convenuto di prolungare è solo perché è andato a buon fine il doveroso chiarimento. Bene per il calcio italiano che per i prossimi anni potrà godersi ancora un campione di razza come lui, e bene per i rossoneri che in mezzo al campo potranno contare su uno che, come disse Walter Smith che lo allenò ai Rangers Glasgow, “Gioca col cuore sulla manica”: cioè mette tutto se stesso in campo, come i cavalieri medievali che si legavano al braccio il fazzoletto regalatogli dall’amata.
martedì 20 maggio 2008
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