sabato 5 giugno 2010

Mondiali. Mille cinesi affittati per tifare Corea del Nord

Cosa vuol dire per gli abitanti della Corea del Nord partecipare ai Mondiali di calcio in Sudafica? Domanda impertinente, visto che la società asiatica è una delle più chiuse e isolate del pianeta. Il New York Times ha provato a dare una risposta. Di seguito alcuni brani tradotti dal quotidiano online "il post".

Quello che in Corea del Nord arriverà, dei mondiali in Sudafrica, dipenderà molto dalle prestazioni della squadra. Il governo ha stabilito che nessuna partita sarà trasmessa in diretta, nel timore che la squadra subisca una goleada o qualche tifoso esponga cartelli e striscioni contro il regime. Le partite perse dalla Corea del Nord non saranno semplicemente menzionate: mai giocate. Se invece la squadra dovesse riuscire per qualche strano accidente a battere il Brasile, per dire, allora una sintesi della gara verrebbe mandata in onda due o tre giorni dopo.
“Non ricordo di aver mai letto della Corea del Nord perdere una partita”, dice il professor Myers, esperto e studioso della propaganda nordcoreana. “Ogni tanto mandano in onda qualche estratto di qualche partita in giro per il mondo, spesso per mostrare le sconfitte di una nazione nemica, come gli Stati Uniti o il Giappone”.
Essere una delle nazioni più isolate del mondo comporta alcuni fastidi, se partecipi ai mondiali. Primo: i tifosi. I nordcoreani che possono permettersi una trasferta in Sudafrica sono pochissimi, meno ancora quelli che possono avere dal governo un permesso per l’espatrio. Per questa ragione il governo ha “affittato” mille tifosi cinesi, che saranno pagati per fare il tifo per la nazionale della Corea del Nord.

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