giovedì 27 dicembre 2007

Calciopoli 2. Ancora rivelazioni sul clan Moggi e la Juve

Su "Affari Italiani" è disponibile un'intervista a 360 gradi a Lucianone Moggi. Mi è sembrato sornione e spiritoso, oltre che logorroico, come sempre. Mi chiedo come faccia ad essere così tranquillo. Lui che, di fatto, è un pregiudicato (il 27 gennaio 1996 Lucianone venne condannato per il reato di frode fiscale a "3 mesi di reclusione e 3 milioni di ammenda"; la pena venne poi patteggiata - fonte: Marco Travaglio, in Lucky Luciano p. 129) che rischia il carcere. Oltre al processo di Napoli (dove tra l'altro è accusato di associazione a delinquere) e alle nuove intercettazioni immesse agli atti dal gup De Gregorio, non passa giorno che una nuova rivelazione additi lui e il suo ex club, la Juventus.
Come l'incredibile testimonianza del faccendiere Armando Carbone riportata da Corrado Zunino su La Repubblica del 20/12/2007. "Quello che oggi è stato disvelato come il sistema creato da Luciano Moggi- ha detto Carbone- in realtà esisteva da molto prima(...). Facevo quello che poi è diventato un metodo di lavoro un po' sofisticato e cioè combinare partite di serie A, B e C, corrompendo giocatori e arbitri(...) Torino-Hajduk Spalato di Coppa Uefa, da me aggiustata attraverso la corruzione dell'arbitro, Aston Villa-Juventus di Coppa dei Campioni, finita 1-2 grazie all'arbitro tedesco Eischweiller, un uomo mio".
Oppure la documentazione fornita da Maurizio Capobianco, ex dirigente della Juventus, che già nel maggio scorso, come riportato da Oliviero Beha sul suo blog, aveva affermato: "Sono in causa con la Juve davanti al tribunale del lavoro di Torino. Ho cominciato a lavorare con Boniperti nel 1984. Un uomo eccezionale. Poi nel settembre del 2005, dopo che già da tempo i miei rapporti con Giraudo erano degenerati, sono stato costretto a lasciare la società(...). Solo agli inizi del 2005 sono venuto a conoscenza di almeno quattro casi in cui la Juve ha fatto arrivare beni di ingente valore a due arbitri italiani, a un esponente della Figc, e a uno della Covisoc". Ora quelle accuse sono diventate qualcosa d'altro, come ha scritto il 19 dicembre Adriano Stabile sul sito "Spysport" in un articolo dal titolo: "Calciopoli. Nel 1997 la Juventus coprì la positività al doping di Torricelli":

"Scenari inquietanti sono quelli che vengono fuori dall’esame della nuova documentazione su Calciopoli. Di particolare interesse le carte fornite dall’ex dipendente della Juventus Maurizio Capobianco, protagonista di una serie di rivelazioni importantissime per i magistrati. Capobianco ha consegnato agli inquirenti una serie di carte che all'epoca gli erano state consegnate in busta sigillata per essere tenute nascoste fuori dalla sede della Juve durante un controllo tributario. Fra queste, ora in mano ai pm, una lettera personale riservata del '97 in cui l'allora presidente della Lega Calcio Luciano Nizzola (amicissimo del Moggi, ndr) trasmetteva all’amministratore delegato juventino Antonio Giraudo una missiva dell'Uefa su un controllo antidoping del 5 febbraio 1997 in occasione della Supercoppa Europea. Dopo la gara vinta 3-1 a Palermo con il Paris Saint Germain Moreno Torricelli sarebbe stato trovato positivo per cannabis. La vicenda fu coperta e la Juve multò il giocatore di 49 milioni di lire. Il favore, secondo la documentazione di Capobianco, avrebbe avuto un riscontro visto che a Nizzola, come ai famigliari di Pierluigi Pairetto, dell'allora presidente Covisoc, Gabriele Turchetti, e dell'arbitro Alfredo Trentalange, venne assicurato lo sconto del 50% sull'acquisto di una «vettura grande» Fiat. Per un altro parente di Pairetto anche un grosso scooter gratis."

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