(Questo brano è tratto da un articolo di Carlo Genta apparso sul Sole24Ore lunedì 5 aprile, e intitolato "Torna l'ombra di Calciopoli nel mese decisivo per lo scudetto e la Champions")
di Carlo Genta (Il Sole24Ore)
L'uomo del sabato di Pasqua è un'ombra. Parte da Milano, spinto via da Massimo Moratti con violenza, sotto un cielo grigio come il ferro («È una vergogna. Si sta tentando un ribaltamento della realtà che offende e che non ci lascia indifferenti. Capisco che ci si debba difendere ma si tratta di una vicenda brutta e vergognosa»). Passa nel sole di Cagliari, ma Galliani si gira dall'altra parte («Dopo l'estate del 2006 che mi diede molte sofferenze, feci il giuramento di non parlare più delle vicende di quattro anni fa. Quindi, non voglio commentare una pagina particolarissima del calcio italiano. Taccio e non si sbaglia mai»). Fa un salto a Bari, ma solo per cortesia. Tanto per ricordare alla Roma che ci sarà anche lui nella corsa scudetto e magari una mano ai giallorossi la darà. Vola a Nyon, Svizzera, sede dell'Uefa, facendo visita a Gerhard Aigner, ex segretario generale dell'Uefa e capo della commissione dei 'saggi' che con un parere giuridico diede il via libera alla riassegnazione di un maledetto scudetto («Le intercettazioni ulteriori di calciopoli? È evidente che Moratti e altri si difendevano dallo strapotere in Lega di Milan e Juventus: comunque fu Guido Rossi e non io a dare lo scudetto 2006 all'Inter»). Quando cala la sera si appollaia, infine, sulla tribuna del Friuli di Udine, tanto per ricordare alla Signora che gli voltò le spalle, pagando i debiti, che ci vorrà ancora del tempo per incollare i cocci. Ma soprattutto che c'era un tempo in cui non si sbagliavano i giocatori ed erano gli altri a rincorrere, gonfi d'invidia. Insomma, si gioca per lo scudetto come mai era davvero successo negli ultimi anni, ma la testa è altrove. A vecchie telefonate che fanno impazzire di rabbia gli juventini e che irritano da morire gli interisti. Sono vecchie, ma nuove perché non le avevamo mai sentite, mai lette. Nessuno ha più voglia di parlarne. Ma bisogna fare i conti con la rabbia, appunto. In questo paese che vive con il collo girato all'indietro e che ha il dannato vizio di continuare a toccarsi vecchie ferite per sentire se fanno ancora male, è qualcosa che non si può ignorare. Purtroppo. Quindi conviene rassegnarsi, documentarsi, aspettare e preparare l'elmetto. Aprile sarà il mese dello scudetto e delle partite più belle di Champions League. Ma anche quello di una battaglia campale in un'aula di giustizia di Napoli. Evidentemente chi ha stilato il calendario delle udienze non ha telefonato a chi a scritto quello del calcio. E forse è meglio così. Chiaro che ognuno farà il suo lavoro. Gli avvocati di Moggi stanno giocando duro e sporco, alzando fango il più possibile perché sanno che solo così, sporcando tutti gli altri, potranno uscirne puliti. Il più possibile. Non importa poi molto di quale qualità sia quel fango: tutti sanno che qui i processi non si celebrano tanto nei tribunali, quanto nell'aula dell'opinione pubblica. Per questa ragione, affondando gli occhi nella spazzatura dei dialoghi virgolettati, di conversazioni irrilevanti e ininfluenti, che però non sarebbero dovute esistere, vien da chiedersi in modo davvero ingenuo: perché non le abbiamo lette quattro anni fa? Hanno già risposto, almeno in parte: non hanno fatto parte dell'inchiesta in quanto penalmente non rilevanti. Va bene, ma in quei dossier buttati in pasto alla stampa nel 2006 di intercettazioni non penalmente rilevanti ce n'erano una montagna. E le abbiamo lette tutte. Al momento stiamo leggendo cose anche un po' comiche e patetiche, come Paolo Bergamo che dice a Galliani: «Dottore, mi faccia sentire un po' il suo calore in questo momento. Sono solo, non solo, meno che solo…». E quell'altro: «Ma no, no, ci sono io…». Non sapendo bene se ridere o piangere, ci buttiamo su un paio di considerazioni prima di aggiornare la seduta sull'argomento. Una è per gli juventini. Provino, se ce la fanno, a non cadere nella trappola del "facevano tutti così, dunque era tutto valido". No, non è così. C'è chi faceva cose per le quali è già stata scritta una sentenza di condanna a 3 anni per associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva (a Giraudo, con rito abbreviato, il 14 dicembre). Auguriamo loro, di cuore, di riuscire un giorno a chiudere questa porta sul passato perché se no sarà molto difficile riuscire a vedere e ad appassionarsi al futuro. Senza dimenticare mai, invece, che poi, alla fine, quelli che l'hanno pagata con la vergogna sono stati loro: si son presi dei ladri nei bar e negli uffici di tutta Italia per furti altrui e in fondo ai loro danni. Il colmo. L'altra è per gli interisti. Ci teniamo la convinzione che quello scudetto "ritirato in segreteria" (l'ha detto Mourinho alla sua squadra, in un giorno di pioggia a Bergamo, tra un tempo e l'altro di Atalanta-Inter…) sia stato più una disgrazia che una benedizione. Sarebbe stato molto meglio per tutti cancellarlo dall'albo d'oro con un pennarello nero. E poi ci pare in questo momento particolarmente fuori luogo, inelegante, tutta quella retorica successiva sugli "scudetti degli onesti", con tanto di vestito bianco. Detto tutto questo, si fa un po' fatica a dar torto allo stesso Josè Mourinho quando dice che il calcio italiano non gli piace. Chi non è permaloso può ammettere che potendo scegliere…
mercoledì 7 aprile 2010
Torna l'ombra di Calciopoli
alle 17:43
Etichette: Calciopoli, nuove intercettazioni
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
10 commenti:
sono Juventino, e sono fiero della qualità del gioco che questa squadra ha espresso in campo, le partite che ho visto spesso mi hanno divertito, altre volte mi hanno deluso, e credo di aver chiuso quella porta che sostieni sia ancora aperta. Forse quella non è una porta ma un conto ancora aperto, un debito di rabbia e frustrazione che si cercava di compensare fuori dal campo, ritenendo di essere gli illuminati detentori della giustizia ed onestà, in un sistema calcio che concedeva l'accesso solo a chi ne accettava incondizionatamente le regole, scritte e non scritte, anzi le vere regole erano quelle non scritte con cui si trattava la vendita e l'acquisto di un giocatore dando retta più agli sponsor, piuttosto che alle qualità atletiche o tecniche. Non sono gli Juventini a dover andare avanti, sono gli altri che devono dimenticare il passato ed accettare quello che verrà fuori, chi ha scagliato la "prima pietra" e invece di parlare di ciò che conta ha continuato a scagliare pietre, sicuramente non avrà nulla da temere. Ciò che conta è il gioco e lo spettacolo che si esprime in campo.
Gentile lettore,
ci fa molto piacere questo suo commento, quello di uno juventino che vuole guardare al futuro piuttosto che stare a rimurginare sui presunti torti subiti dalla Juve. Anche noi abbiamo appreso le ultime notizie circa la riapertura di Calciopoli con un certo stupore, e in un post (intitolato: "Alla Roma lo scudetto girovago del 2006?") avevamo un po' preso in giro coloro che vorrebbero riassegnare lo scudetto del 2006, ipotizzando di darlo o alla Roma o addirittura al Chievo. Una provocazione era stata la nostra, nient'altro.
Però ci lasci dire che a riaprire il caso (nel senso di rilanciarlo mediaticamente) non è stato né uno sprovveduto romanista ansioso di ottenere un immeritato scudetto, né un giudice della procura di Napoli, bensì Alex Del Piero, calciatore simbolo della Juventus. Non solo, le basterebbe fare un giro in rete per vedere quanti sono i siti e i blog di juventini che diversamente da lei reclamano un'amnistia generale (seguendo il motto: "Tutti sono colpevoli, ergo, nessuno è colpevole) e il ripristino del vecchio sistema, tenendo aperta quella porta di cui si parlava.
Come lei, saremmo tutti ben lieti di tornare a guardare le partite, lo spettacolo espresso e le qualità dei singolo calciatori. E' un augurio per il futuro che facciamo non solo a persone perbene come lei, ma a tutto il calcio italiano.
Laleggendadelcalcio
Penso che alimentare ancora polemiche non faccia bene al calcio italiano e mi auguro ke queste nuove intercettazioni possano finire presto nel dimenticatoio.
Inoltre penso ke queste polemiche siano alimentate prevalentemente dalla stampa,che in Italia si occupa di tutto tranne che di calcio.
Nuovo sondaggio sul mio sito
credo che voler assegnare un qualcosa su cui aleggerà per sempre l'ombra della corruzione, sia come voler dare del cibo avariato ad un affamato, sicuramente gli si rivolterà contro. Trovo inoltre infantile la sfida a contare il numero di trofei in bacheca, e confrontarne il valore, con la corsa verso la seconda stelletta per sentirsi un pò più bravi. Basta con quella gente che si diverte a godere di emozioni artefatte o addirittura mai vissute, posso capire una società che per un mero calcolo economico sarebbe disposta a fregiarsi di qualcosa di immeritato, ma un appassionato di calcio non può e non deve fissarsi su queste cazzate, come se fosse un bambino che ha bisogno di queste pochezze per poter fronteggiare gli altri bambini, quel campionato non va assegnato, punto e basta, anzi punto e a capo, senza rifugiarsi dietro vigliacche giustificazioni ("Tutti sono colpevoli, ergo, nessuno è colpevole"), se è una pratica comune, che paghino tutti, perchè tutto ciò non ha nulla a che vedere col tirare calci ad un pallone. In fine, non vedo cosa ci sia di male nel fatto che sia stato il giocatore simbolo della Juventus ad alzare la voce, una persona che si è sempre comportata con la massima onestà e correttezza dentro e fuori dal campo, uno di quelli che non incontri la sera ubriaco col 90% della squadra in qualche locale alla moda, per poi subire un blando rimprovero da parte dell'allenatore agli allenamenti del giorno dopo (visto che il presidente concede di tutto ai suoi pupilli), uno che si è sposato in segreto con una ragazza normalissima, cercando di tenere per se la sua vita privata, una persona che negli ultimi 17 anni ha giocato con impegno e costanza in una squadra che ha amato, non prendendosi mai troppo sul serio, ma essendo sempre pronto a scherzare, sdrammatizzare e ridere di questo mondo che alla fine deve ridursi ad un gioco. Con queste premesse, che credo forse con arroganza, incontestabili, chi ha maggior titolo di lui ad arrabbiarsi, in fondo i risultati screditati sono i suoi, il progetto sportivo mandato in malora è suo più che di tanti altri, la sua non è una caduta di stile, è un atto dovuto da parte del capitano, possiamo discutere sulle sue tesi, ma non sul fatto che sia stato proprio lui a sollevare la questione. Consentimi una cosa in conclusione, a me sembrava strano che non fosse uscita neanche un'intercettazione riguardante una delle "grandi del calcio" come l'inter, e francamente non credo che Moratti avrebbe fatto alcunchè per levarmi questo sospetto, senza tirare in ballo tutti quelli che dicono che le intercettazioni sono state pilotate dallo stesso Moratti (scusami per la malignità di quest'ultimo commento).
Ciao Giò. I punti che hai toccato sono molti, in generale mi piace il tono della tuo commento, misurato e ragionato. Su due punti però desidero dire la mia. Primo: su Del Piero. Personalmente stimo il 10 bianconero, dico solo che non penso che sia il caso il di restituire i due scudetti del 2005 e del 2006 alla sua Juve. Secondo: sull'eventuale coinvolgimento dell'Inter e sulle nuove intercettazioni. Le nuove intercettazioni che coinvolgerebbero l'inter non dicono in realtà nulla di nuovo; se le hai lette sai che c'informano solo sul fatto che era abitudine consolidata di tutti i grandi club chiamare i designatori. Ma, come hanno specificato i giudici di Napoli (che cito tra le virgolette), "Il reato non e' parlare al telefono, ma e' reato quando si stipulano accordi illeciti". Finora i club accusati di aver illecitamente falsato il campionato sono il Milan, la Lazio, la Juve e la Fiorentina. E tutte, più o meno, hanno pagato o con la retrocesione (cioè la Juve) o con una penalizzazione (come cioè tutte le altre).
Inoltre, ieri a Controcampo, all'1.30 di notte, Moggi ha telefonato alla trasmissione di Rete4. Per scagionarsi dalle accuse che gli ha mosso Liguori ha iniziato a citare una serie di intercettazioni (quelle che riguaradano Meani-Galliani e che parlano di Lanese) arcinote. Intercettazioni per cui il Milan ha già pagato (si può poi discutere se la pena sia stata o no adeguata al reato, ma questo è un altro discrso; ad ogni modo le responsabilià dei rossoneri sono chiare).
Laleggendadelcalcio
ciao Italo,
grazie delle tue puntualizzazioni, anche se alla fine abbiamo delle vedute anche piuttosto convergenti.
Io come Juventino, non rivoglio nessuno scudetto, nella mia memoria sono impressi bei momenti e ricordi di quelle stagioni, volevo solo puntualizzare che non grava sulle mie spalle ne tantomeno su quelle di nessun altro Juventino, nessuna questione morale, nessun debito nei confronti di nessuno, in quanto in campo è andata come tutti hanno visto, mentre fuori dal campo ci sono state delle azioni compiute a livello societario che hanno coinvolto un grandissimo numero di dirigenti di diverse squadre, l'attività sanzionatoria ha fatto il suo corso, ma questo è un tema che voglio affrontare dopo, quello che ora voglio ribadire è la stima nei confronti di un giocatore (Del piero, stima che condividiamo), che difende i risultati atletici e tattici ottenuti da una squadra di indiscutibile valore, neanche io condivido la restituzione di quegli scudetti, semplicemente dico che andrebbero ritirati e basta. Del Piero invece ha pieno diritto di dire e chiedere con tutte le sue forze quello che ritiene più opportuno, ed a mio parere è la figura che ha diritto per prima ad avanzare tali richieste.
Passando all'altro tema, l'attività sanzionatoria, ho già detto che la tesi "tutti fanno così, allora è giusto così" mi ripugna a livello personale, non voglio ciò che non riesco ad ottenere in maniera fiera ed onesta, se qualcosa c'è stato è giusto che la giustizia, civile o sportiva, faccia il suo corso.
Mi viene in mente Dorando Pietri, che venne squalificato alle olimpiadi di Londra del 1908 perchè qualcuno gli tenne un braccio per pochi metri prima dell'arrivo, fu squalificato, ma tutti riconobbero lui come l'unico vero vincitore di quella gara.
Quello che non emerse all'epoca fu che ad aiutare Pietri fu un americano, conoscente del vincitore, se questo fosse emerso all'epoca forse il verdetto sarebbe stato diverso. Torniamo ai giorni nostri: CHI HA DATO IL PARMESSO A QUALCUNO DIVERSO DAI GIUDICI DI STABILIRE COSA FOSSE RILEVANTE E COSA NO AI FINI DEL PROCESSO?!?!?!?!!!!!!!!!
ogni dettaglio è importante e non spetta agli inquirenti stabilire cosa è importante e cosa no, in passato c'è stata una guerra combattuta per una virgola non ritenuta importante da un traduttore, oggi in un processo in cui il calcio italiano si gioca la sua credibilità, ci permettiamo di non sottoporre dei dati a chi è preposto al giudizio?
Entro ora in merito "all'abitudine consolidata di tutti i grandi club chiamare i designatori". Di quale abitudine stiamo parlando? Come si permettono? Il solo fatto che abbiano osato chiamare a mio avviso costituisce un indebita pressione su persone che devono compiere un lavoro ingrato e difficile, un lavoro in cui se va tutto bene il merito e di altri (le squadre che hanno giocato bene), mentre se qualcosa va storto la colpa è dell'arbitro che non ha personalità e del designatore che non sa fare il tuo lavoro. Non riesco a capire una cosa: nel campionato italiano ci sono squadre importanti e delicate ed altre che possono essere trascurate, o tutte hanno il diritto di avere un arbitraggio corretto? Se una squadra possiede maggior "peso contrattuale" di un altra, e vuole decidere di disputare una partita con un arbitro piuttosto che con un altro, che lo chieda pubblicamente, negli innumerevoli salotti televisivi in cui monopolizzano la scena con discussioni sterili basate essenzialmente sul senno di poi, oppure lo chiedano tramite le colonne di un giornale, luogo dove spesso trovano spazio tutte le loro riflessioni giuste o sbagliate che siano, ma non affidino queste richieste alla riservatezza di una telefonata al cellulare, queste richieste è giusto che siano sotto gli occhi di tutti, che sia la morale comune a giudicare la fondatezza e legittimità di tali richieste.
Anche io penso che chiamare o andare a cena con i designatori non sia moralmente giusto. Anche io voglio che la giustizia faccia il suo corso, e che qualora venisse accertata la responsabiltà dell'inter e di altre società, queste paghino come hanno già pagato la Juve e le altre. Anche io penso che se il colonnello(?) Auricchio ha occultato alcune telefonate, la deve pagare ecc ecc
Insomma, per la prima volta da quando ci conosciamo mi sa che siamo d'accordo su tutto!
:-)
Un saluto a te e Daniela,
Italo
Posta un commento