lunedì 7 dicembre 2009

La 'saudade' per i 'Messi' d'Italia


Non capita spesso che ci sia unanime consenso per il vincitore del Pallone d'oro. Lionel Messi invece ha messo tutti d'accordo e per una volta i giurati di 'France Football' si sono trovati in piena sintonia con ciò che pensano i tifosi di tutto il mondo. Nessuno è come l'argentino. Per fare paragoni è necessario fare un viaggio nel passato recente, quando un altro argentino infiammava il pubblico di mezzo mondo con le sue giocate. Naturalmente, stiamo parlando di Diego Armando Maradona, il Pibe de oro, che per un assurdo regolamento il Pallone d'oro non lo ha mai vinto.
Il problema è che a fare confronti, che ovviamente sono sempre arbitarari - provate a un tifoso del Napoli a dirgli che c'è qualcuno forte quanto il loro idolo! -, noi italiani rischiamo di venire travolti dalla 'saudate'. Che non è una vera e propria malattia, ma una specie di 'depressione dolce', di nostalgia del Brasile, del Carnevale e delle spiagge di Rio, che aveva colpito alcuni calciatori brasiliani negli Anni Ottanta e Novanta. Cose che a noi benpensanti della Vecchia Europa sembravano solo scuse di viziati e strapagati carioca per spiegare il loro scarso rendimento.
Di saudate oggi siamo colpiti anche noi italiani ammiratori del calcio come spettacolo, che raccontiamo a nipoti e figli le gesta di Zico, Falcao, Van Basten, Vialli&Mancini, Bruno Conti, Brehme e Matthaus, Gullit e Baresi, Scirea e Platini, Stromberg e Roby Baggio. Nostalgia per il tempo perduto, quando Maradona era 'meglio di Pelè', il pallone sembrava cosa da italiani e il Calcio veniva esporatato in tutto il mondo.
Ma mito e realtà non convergono mai. A tutti questi ammalati ricordo però che il cancro era già in movimento e non avrebbe tardato a fare metastasi su tutto il corpo. Moggi non era il Re del mercato, ma lo sarebbe diventato presto; la Camorra già imponeva il suo business e truccava le partite; tivù, calcio e politica iniziavano a stringere le maglie diventando una cosa sola col Cavaliere; del doping non si sapeva niente, ma di lì a poco il coperchio sarebbe saltato.
Era un calcio diverso, certo, ricco di campioni e per certi versi più ingenuo di oggi. Ma aveva in sé tutto ciò che 20-25 anni dopo avrebbe portato all'autodistruzione l'intero sistema. Prodromi di questi tempi tanto infami.

4 commenti:

Brando ha detto...

Ciao,
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Un caro saluto,
La Redazione di CN24

laleggendadelcalcio ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
Laleggendadelcalcio ha detto...

Grazie per l'interessamento Brando,
ma per me il calcio è solo un divertissement, non un impegno (a cui probailmente non potrei far fronte). Fa cmq sempre piacere sapere di avere estimatori, e spero che continuerai a seguire questo blog. In bocca al lupo per la tua ricerca.

pierpaolo ha detto...

Questo blog è veramente bello.Complimenti..se vuoi visita il mio anche se con il calcio non c'entra niente
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