(Fonte: Corriere dello Sport)
Giuseppe Signori ricorda a memoria quella formazione del Foggia: Mancini in porta, Petrescu e Codispoti sulle fasce, Matrecano e Consagra al centro della difesa. E poi il pressing di Barone e Picasso, l’eleganza di Shalimov, i movimenti magici del tridente. Signori giocava da vanti con Rambaudi e Baiano. Il Foggia di Zeman, disegnato in campo con un 4-3-3 e costato pochi soldi, fece scuola in quella stagione 1991-92: nono posto in serie A, secondo migliore attacco (58 gol) del campionato dopo il Milan campione d’Italia (74 reti) di Van Basten, Gullit e Rijkaard, con Capello in panchina.
LA RINASCITA - «Sono felice che a Foggia siano tornati Casillo, Zeman e Pavone. Si è ricomposto un trio vincente, è una notizia bellissima », commenta Giuseppe Signori, 42 anni, cento partite e trentasei gol in maglia rossonera, una promozione dalla B e la consacrazione in A, prima di passare alla Lazio nel 1992 per undici miliardi di lire, scelto da Sergio Cragnotti e Carlo Regalia dopo la partenza dell’uruguaiano Ruben Sosa all’Inter. Da Foggia a Roma, in attesa di salire per tre volte sul trono di capocannoniere. Ieri, l’hanno chiamato subito i suoi vecchi amici di Foggia, per annunciargli la svolta societaria. Signori, in Puglia, ha vissuto tre stagioni emozionanti: «Credo che Casillo, Zeman e Pavone possano portare avanti un altro progetto affascinante. Sono felice, perché immagino già che lo stadio tornerà a riempirsi come nel periodo d’oro». Il 14 giugno, a Coverciano, Signori è diventato allenatore discutendo proprio una tesina sul tridente nel 4-3-3 di Zeman: «Le sue squadre regalano regalare spettacolo e divertimento. Ho avuto tecnici importanti durante la mia carriera, ma sotto il profilo tattico il boemo è stato il migliore».
LA GARANZIA - Signori ha lavorato con Zeman per tre anni nel Foggia e più avanti, dal 1994 al gennaio del 1997, l’ha ritrovato sulla panchina della Lazio: «Spero che il Foggia possa torna re protagonista. La città merita visibilità e soddisfazioni: ha un rapporto speciale con il calcio e dopo un periodo complicato ha finalmente la possibilità di progettare un futuro importante». L’entusiasmo e l’orgoglio di Casillo,l’esperienza di un direttore sportivo come Pavone, la voglia di riscatto di Zeman, che non allena da due anni, dal 2008, quando decise di separarsi dalla Stella Rossa di Belgrado dopo tre giornate di campionato: «Conosco Zeman e le sue qualità, sono felice che possa tornare a lavorare e a riprendersi lo spazio che gli era stato negato negli ultimi tempi».
LA STIMA - Il boemo, nipote di Cestmir Vycpalek, ex tecnico della Juventus, è stato il primo a valorizzare Signori: l’ex attaccante nutre stima e riconoscenza. Un vincolo che non si è mai sciolto. «E’ attento a ogni dettaglio, studia e prova all’infinito certe soluzioni tattiche. E’ un perfezionista». Una preparazione atletica dai carichi pesanti: i famosi “gradoni” per potenziare la muscolatura, le ripetute nei boschi, la dieta. Signori applaude il ritorno in panchina di Zeman: «Ha lanciato tanti ragazzi, è riuscito a formare molti giocatori di alto livello: Zeman è nato per insegnare calcio. In Puglia ritroverà l’ambiente ideale per togliersi grandi soddisfazioni. Il mio Foggia era un piacere: corsa, velocità, divertimento, tanti gol. Ora lo aspetto di nuovo nelle categorie superiori».
giovedì 15 luglio 2010
Il ritorno di Zeman. Signori: "Quel Foggia da favola, gol e divertimento"
alle 19:27
Etichette: Casillo, Foggia, Giuseppe Signori, Zeman
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento